Attentato al giornalista Sigfrido Ranucci
Un ordigno esplosivo ha distrutto nella notte l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione a Campo Ascolano, nel comune di Pomezia.
L’esplosione, avvenuta intorno alla mezzanotte, ha causato ingenti danni anche a una seconda vettura di famiglia e a una parte della facciata dell’abitazione. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito, ma la potenza della deflagrazione — come riferito dal programma Report sui suoi canali social — “avrebbe potuto uccidere chiunque si fosse trovato a passare in quel momento”.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri, la Digos, i vigili del fuoco e la scientifica, mentre la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Il fascicolo è nelle mani del pm Carlo Villani, sotto il coordinamento dell’aggiunto Ilaria Calò, e al momento si procede per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso. Il prefetto è stato informato dell’accaduto e sono in corso accertamenti per verificare la natura e la composizione dell’ordigno rudimentale utilizzato.
Gli investigatori stanno esaminando le telecamere di sorveglianza della zona e raccogliendo testimonianze dei residenti per ricostruire i minuti precedenti l’esplosione. Al vaglio anche eventuali minacce ricevute dal giornalista negli ultimi mesi, legate alle sue inchieste televisive. Non si esclude che il gesto possa rappresentare un chiaro avvertimento nei confronti del lavoro giornalistico d’inchiesta di Report, trasmissione nota per i suoi approfondimenti su criminalità organizzata, corruzione e poteri occulti.
Durissima la presa di posizione del mondo del giornalismo.
In una nota ufficiale, l’Associazione Giornalisti 2.0 ha espresso “ferma condanna per il vile gesto intimidatorio” e ha definito l’attentato “un atto gravissimo, un attacco diretto alla libertà di informazione”.
“Ogni bomba contro un cronista è una bomba contro la democrazia”, ha dichiarato il presidente Maurizio Pizzuto. “Siamo al fianco di Sigfrido Ranucci, non solo come collega, ma come simbolo di un giornalismo libero e coraggioso. Chiediamo alle istituzioni di garantire la massima protezione a chi, come lui, svolge un servizio pubblico essenziale”.
L’associazione ha ribadito la necessità di “difendere il diritto dei giornalisti a lavorare senza paura e senza minacce”, ricordando che “la libertà di stampa non è un privilegio, ma una conquista civile da tutelare ogni giorno”.
Il gesto ha scosso l’intero Paese, suscitando solidarietà trasversale dal mondo politico.
Messaggi di vicinanza e condanna sono arrivati dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal vicepremier Matteo Salvini, dalla segretaria del PD Elly Schlein, dal leader di Azione Carlo Calenda, dal portavoce di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, e dal ministro della Difesa Guido Crosetto, oltre che da numerosi rappresentanti delle istituzioni e dell’informazione.
L’attentato contro Sigfrido Ranucci riapre il dibattito sulla sicurezza dei giornalisti italiani, spesso bersaglio di minacce e intimidazioni, soprattutto quelli impegnati in inchieste su criminalità organizzata e malaffare.
Un episodio che scuote non solo la redazione di Report, ma l’intero mondo dell’informazione.
“Colpire un giornalista significa tentare di intimidire chi esercita un diritto costituzionale: raccontare i fatti e indagare la verità”, ha scritto la redazione di Report.
Un messaggio che, oggi più che mai, risuona come un monito sulla fragilità della libertà di stampa e sulla necessità di difenderla con ogni mezzo.