Il mondo della moda perde una delle sue firme più iconiche. È morto ieri sera Cesare Paciotti, lo stilista che ha trasformato l’eccellenza artigiana di Civitanova Marche in un simbolo internazionale di stile e lusso.
Un malore improvviso, intorno alle 19.30, lo ha colto nella sua abitazione immersa nelle campagne civitanovesi. Inutili i tentativi di soccorso: il cuore del re delle calzature si è fermato lasciando un vuoto profondo nel distretto calzaturiero marchigiano e nel panorama della moda mondiale.
Aveva preso le redini dell’azienda di famiglia negli anni Ottanta, insieme alla sorella Paola, ereditando il piccolo laboratorio artigianale fondato dai genitori Giuseppe e Cecilia. Da quell’eredità familiare, Paciotti costruì un impero del made in Italy, portando il marchio con il celebre pugnale come logo dai confini delle Marche alle vetrine di Hollywood, Londra, Parigi e Tokyo.
Le sue scarpe – sensuali, audaci, scolpite come opere d’arte – sono diventate il segno distintivo di un lusso ribelle, sospeso tra glamour e rock, tra l’eleganza classica e l’irriverenza contemporanea. Pelli pregiate, dettagli metallici, tacchi vertiginosi e linee scolpite: in ogni creazione si ritrovava la personalità forte e raffinata del suo ideatore.
Il marchio Cesare Paciotti non fu mai solo un’azienda, ma una visione estetica.Potrebbe interessarti
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Dallo stiletto nero, icona assoluta del marchio, alle collezioni di accessori e gioielli, fino all’espansione nella pelletteria e nell’abbigliamento, Paciotti seppe attraversare epoche e tendenze senza mai tradire i propri codici estetici. Un equilibrio raro tra tradizione artigiana e sperimentazione.
Dalle passerelle alle copertine, le sue creazioni hanno calzato le star di ogni generazione: Naomi Campbell, Beyoncé, Paris Hilton, Eva Longoria, i Måneskin, Blanco, fino all’icona di stile Anna Dello Russo. Tutti sedotti da quello stile deciso, riconoscibile, che raccontava un’Italia elegante ma mai convenzionale.
A Civitanova Marche, oggi, si respira il dolore di una comunità che vede scomparire uno dei suoi simboli più rappresentativi. La città e l’intero distretto calzaturiero piangono un uomo che seppe trasformare una tradizione familiare in un linguaggio globale.
Non è stata ancora comunicata la data dei funerali. Ma l’impronta di Cesare Paciotti – tra velluto e acciaio, tra arte e mestiere – resterà indelebile nella storia della moda italiana.
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