Vairano Patenora, tenta il suicidio per disperazione: salvato dai carabinieri

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Vairano Patenora– Un intervento rapido, professionale e carico di umanità ha evitato una tragedia nella serata di ieri, domenica 21 settembre 2025. Un uomo di 40 anni, in un stato di profonda crisi economica e psicologica, è stato persuaso dai Carabinieri a desistere dal suicidio mentre era già con la lama puntata alla gola.

La drammatica sequenza si innesca poco dopo le 20:40, quando la Centrale Operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta riceve una chiamata disperata attraverso il Numero Unico d’Emergenza 112. Dall’altro lato della cornetta, la voce rotta di un uomo che dichiara di non farcela più.

Senza lavoro e in un isolamento abissale, racconta di vivere da mesi al buio, senz'acqua e senza gas, arrivando ormai alla fame. La sua disperazione ha un epilogo già scritto: in quel momento, un coltello è premuto contro la sua gola e la sua intenzione di porre fine a tutto è ferma.

È a questo punto che scatta il delicatissimo protocollo di salvataggio, sia tecnologico che umano. Gli operatori della Centrale, mantenendo un sangue freddo esemplare, avviano subito la geolocalizzazione della chiamata per individuare l’esatta posizione dell’uomo, a Vairano Scalo.

Contemporaneamente, senza mai interrompere il filo della conversazione, iniziano un'opera di persuasione fatta di calma, ascolto e parole rassicuranti. Minuto dopo minuto, riescono a stabilire un rapporto di fiducia, convincendo il 40enne ad allontanare il coltello dalla gola.

Mentre la voce al telefono tenta di calmare l’anima, la macchina dei soccorsi è già in movimento. La Centrale di Caserta allerta quella della Compagnia di Capua, che a sua volta dirotta immediatamente sul posto una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Vairano Scalo, già in servizio di perlustrazione nella zona.

I militari irrompono sulla scena in pochi minuti, trovando l’uomo ormai più calmo ma ancora visibilmente scosso. L’approccio è cautelativo e rispettoso della sua fragilità. L’uomo, a quel punto, consegna spontaneamente l’arma ai militari, comprendendo la gravità del gesto che stava per compiere.

Grazie alla perfetta sinergia tra le centrali operative e, soprattutto, alla gestione empatica e professionale degli operatori e dei militari dell’Arma, una vita è stata salvata. L’uomo, dopo il primo soccorso psicologico sul posto, è stato affidato ai servizi sanitari territoriali per intraprendere un necessario percorso di assistenza e cura.

La sua telefonata al 112, un grido d’aiuto nel buio, non è caduta nel vuoto, ma ha trovato una risposta pronta che va oltre il semplice dovere istituzionale, trasformandosi in un gesto di pura umanità.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 22 Settembre 2025 - 10:37 - Gustavo Gentile

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  • La situazion è veramente preoccupante, ci sono tanti problemi economici e psicologici in giro. È importante che le persone sappiano che ci sono aiuti e che le forze dell'ordine possono intervenire in modo umanitario. Spero che questo uomo possa trovare la forza di andare avanti.

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Gustavo Gentile