Savona – La scena ha il sapore amaro di un film già visto, eppure sempre drammaticamente efficace. Un uomo che si spaccia per poliziotto, un pretesto credibile e la vulnerabilità di un’anziana signora, sola nella sua abitazione nella Riviera di Ponente
. È l’inizio di una truffa che lo scorso febbraio è culminata con la sottrazione di una ingente somma di denaro e preziosi. Ma quella che per i truffatori doveva essere una rapina perfetta si è trasformata in una trappola, chiusa dalle manette della Polizia Stradale di Savona.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona e condotta dagli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale, non è stata semplice. Il “finto agente” era abile, aveva confuso le vittime e coperto le sue tracce. Ma il lavoro certosino degli investigatori si è rivelato decisivo.
Il punto di svolta è arrivato dall’analisi meticolosa degli spostamenti e dei veicoli utilizzati dalla banda.Potrebbe interessarti
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Le prove raccolte hanno permesso al Gip di emettere due ordinanze di custodia cautelare in carcere. E ieri, le forze dell’ordine hanno dato esecuzione al provvedimento con un blitz simultaneo in due diverse regioni.
I due presunti complici del “finto poliziotto”, ritenuti parte attiva nella macchina della truffa, sono stati rintracciati e arrestati: uno nella provincia di Napoli, l’altro in quella di Roma. Dopo le formalità di rito, sono stati condotti rispettivamente nelle case circondariali di Poggioreale e Regina Coeli, in attesa del giudizio.
L’operazione, però, non si ferma qui. Nell’ambito delle stesse indagini, sono state eseguite nuove perquisizioni personali e domiciliari in diverse località, che hanno portato all’identificazione di un terzo soggetto, ritenuto probabilmente coinvolto nella vicenda. Le indagini proseguono per ricostruire ogni dettaglio della rete criminale e assicurare tutti i responsabili alla giustizia.
Una vicenda che, partita dal dramma silenzioso di un’abitazione privata, si è trasformata in un esempio di efficacia investigativa, dimostrando come la collaborazione tra reparti specializzati e la tenacia nelle indagini siano l’arma più forte contro chi prende di mira i più fragili.




























































Commenti (1)
E’ una storia che fa pensare a come sono vulnerabili le persone anziane, ma anche su come i poliziotti e gli agenti hanno lavorato tanto per risolvere il caso. Speriamo che queste truffe finiscano e che giustizia sia fatta.