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Come si è evoluto nel tempo lo stemma del Napoli, dal cavallo rampante alla N stilizzata

La storia dello stemma del Napoli calcio è un viaggio attraverso l’identità visiva e sentimentale della città: un cammino che inizia con un cavallo rampante, simbolo evocativo del Regno borbonico, e arriva alla “N” stilizzata, icona moderna del club.
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La storia dello stemma del Napoli calcio è un viaggio attraverso l’identità visiva e sentimentale della città: un cammino che inizia con un cavallo rampante, simbolo evocativo del Regno borbonico, e arriva alla “N” stilizzata, icona moderna del club. Nell’annata 1926/1927, la neonata Associazione Calcio Napoli adottò uno stemma in cui un fiero cavallo rampante, detto “Corsiero del Sole”, era sospeso su un pallone da calcio, incorniciato da un ovale azzurro e aleggiava il blasone della nobiltà partenopea.

Tuttavia, la squadra partì con un campionato disastroso, appena un punto e 61 gol subiti in 18 partite, situazione che spinse i tifosi a ironizzare comparando il cavallo ad un povero asinello sofferente, il celebre “ciuccio” di don Domenico Ascione. Da quel momento, il simbolo perse immediatamente la sua nobiltà e perse il suo fascino, diventando figura di dileggio popolare.

Nel giro di pochi anni, l’emblema cambiò radicalmente: nel 1927 sparirono cavallo e ovale, e nel 1928 venne introdotto un design più essenziale, ovvero un cerchio azzurro bordato di oro con una grande N borbonica al centro, riferimento alla città e al suo patrimonio artistico, come le pregiate porcellane di Capodimonte.

Dal cavallo rampante alla nascita della “N”

L’adozione del cavallo rampante, simbolo storico della resistenza napoletana già dai tempi svevi (come racconta la leggenda legata al “Corsiero del Sole”), conferiva originalmente allo stemma una solennità quasi araldica. Tuttavia, il suo utilizzo durò appena un anno: la débâcle sportiva della squadra indusse la tifoseria a raccontare che quel nobile destriero fosse più simile “’o ciuccio ‘e Fichella”, venendo deriso come un povero asino malconcio.

Nel 1928, per distanziarsi definitivamente dal passato umiliante, la società adottò un nuovo logo: un cerchio azzurro con bordo dorato e una N centrale, che divenne simbolo distintivo della squadra e della città. Questo è il momento in cui il logo Napoli inizia a delinearsi.

Seguendo gli sviluppi successivi: negli anni ’60, con la trasformazione in SSC Napoli, si rielaborò il simbolo riprendendo in parte lo stile araldico del cavallo del 1926 (in uno stemma più articolato), ma nel 1964 fu di nuovo adottata la N inserita in ovale o cerchio, con l’aggiunta della scritta “S.S.C. Napoli” e talvolta i tricolori

L’evoluzione post-bellica: scudi, ovali e ritorno alla “N”

Gli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale segnarono per il logo Napoli una fase grafica intensamente sperimentale, in cui il club cercò di riflettere attraverso il proprio emblema il rinnovamento societario e l’aspirazione a una riconoscibilità immediata.

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All’inizio degli anni '40, il semplice cerchio con la “N” gialla fu sostituito da una forma a scudo che esplicitava un ritorno a uno stile più forte e corporativo, il celebre cerchio fu abbandonato, mentre il simbolo prescelto divenne un “N” bianca su fondo azzurro in un contorno giallo piuttosto marcato. In quel periodo, si iniziò anche a sperimentare varie tonalità di azzurro e bianco per adattarsi alle divise di gioco, fino ad arrivare a versioni semplificate e geometriche del carattere tipografico della lettera.

Negli anni ’50 e ’60 il design del logo Napoli si fece ancora più pulito e minimal, spesso inserendo la scritta “S.S.C. Napoli” lungo il bordo inferiore del cerchio o dello scudo, e applicando praticità di riproduzione su merchandising, maglie e materiali promozionali. Sotto l’era Maradona (anni '80), il logo assunse una valenza mitica: tonalità più accese, cerchio più marcato e inserimento del nome completo della società ne amplificarono la presenza iconica all’interno dell’identità sportiva.

Restyling moderni: semplificazione e tipografia di oggi

L'avvento del nuovo millennio segnò una fase di restyling moderni dove il design del logo diventa più contemporaneo e flessibile, rispecchiando la crescente attenzione all'immagine del brand.

Nel 2002 e nei successivi anni, la “N” bianca fu nuovamente valorizzata: si impiegò uno schema circolare con tonalità blu scuro o blu notte, accompagnato da scritte minimaliste come “Napoli Soccer” o la denominazione “S.s.c. Napoli”.

Ma il vero cambiamento arrivò tra gli anni 2010 e 2020: si assistette al diffondersi di versioni "outline" del logo, semplici contorni su maglie, packaging e materiali digitali, senza riempimenti cromatici.

Nel 2024, il club ufficializzò un nuovo logo: doppio cerchio concentrici con la “N” al centro, completamente minimal e intercambiabile nei colori, adattabile a qualsiasi sfondo (bianco, azzurro o blu navy). Questa evoluzione trova compimento nelle divise della stagione 2025-2026, dove il logo è declinato anche in effetti 3D e integrato nel design generale della maglia, a sottolineare l’identità moderna del club.

Articolo pubblicato il 4 Settembre 2025 - 11:16 - Matteo Setaro

Commenti (1)

L’istoria del logo Napoli è molto interessante e mostra come si è evoluto nel tempo. Ma a volte non si capisce bene perchè hanno cambiato tanto le cose e quale è il messaggio che vogliono mandare con questo. Sarebbe utile avere piu informazioni.

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