Nella foto i controlli della polizia postale sui siti sessisti
Roma – Il sito Phica.eu, da anni attivo nella pubblicazione di immagini intime di donne senza il loro consenso, è stato oscurato e ora è al centro di una delicata inchiesta della Procura di Roma.
Gli inquirenti ipotizzano il reato di estorsione aggravata. Nel mirino della magistratura c’è un nome: Vittorio Vitiello, 45 anni, nato a Pompei e residente a Scandicci in provincia Firenze, ritenuto il gestore occulto del forum.
Il suo profilo emerge da un’inchiesta del quotidiano Domani, che cita un’analisi di Alex Orlowsky, esperto di cyber intelligence. Secondo l’esperto, dietro gli pseudonimi “Bossmiao”, “Phica master” e altri nickname riconducibili all’admin del sito ci sarebbe proprio Vitiello, imprenditore del settore pubblicitario e titolare della società Lupotto Srls, fondata a Genova nel 2023 e specializzata in campagne social tramite influencer.
Una società con bilanci in utile – 150mila euro di fatturato e circa 65mila euro netti negli ultimi due anni – che ora si trova associata a un’indagine esplosiva.
Il forum, nato nel 2005, si basava su un meccanismo tanto semplice quanto devastante.
Le immagini: fotografie intime di donne, famose e non, in molti casi rubate da telefoni o profili privati, in altri scattate di nascosto. Tra le vittime ci sarebbero state anche minorenni.
I commenti: una community di utenti registrati che accompagnava quelle immagini con commenti sessisti e insulti.
Le richieste di denaro: le vittime, per rimuovere le proprie foto, ricevevano richieste tra i 250 e i 1000 euro al mese, da pagare in bitcoin, PayPal o tramite bonifico “mascherato” con l’intervento di amici e parenti. In alcuni casi, chi stava dietro al sito si sarebbe perfino spacciato per collaboratore della Polizia Postale.
Il fascicolo è coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Questa mattina, a Piazzale Clodio, si è svolto un vertice di oltre due ore tra magistrati e investigatori della Polizia Postale, che stanno raccogliendo materiale per la prima informativa. Formalmente non esiste ancora un’indagine aperta, ma l’ipotesi di estorsione aggravata è già sul tavolo.
Identificare con certezza chi gestiva il sito e le operazioni economiche.
Ricostruire la rete di utenti che caricava i contenuti.
Seguire i flussi di denaro, in particolare i conti e i wallet di criptovalute utilizzati.
A far esplodere il caso è stata la presenza sul sito non solo di foto private di donne comuni, ma anche di personaggi famosi: Chiara Ferragni, Chanel Totti, il duo Paola e Chiara. Tra le vittime figurano anche giornaliste televisive e donne della politica, comprese figure di primo piano come Giorgia Meloni, Alessandra Moretti, Lia Quartapelle e Alessia Morani.
Molte di loro hanno denunciato pubblicamente la vicenda, trasformando un fenomeno sotterraneo in un caso nazionale, paragonato allo scandalo del gruppo Facebook “Mia Moglie”.
Il dibattito pubblico si è acceso immediatamente. Il filosofo Gianfranco Pellegrino ha osservato che “un sito simile contro uomini politici non potrebbe esistere, perché verrebbe considerato un attacco allo Stato”. La scrittrice Letizia Pezzali ha sottolineato invece la disparità di genere: “Alle donne è chiesta sempre autocritica per l’uso delle foto online, mentre sugli uomini non si solleva mai un tema analogo”.
La Procura si prepara ad allargare l’inchiesta, che potrebbe coinvolgere non solo il presunto amministratore, ma anche gli utenti che hanno postato contenuti e coloro che hanno effettuato pagamenti estorsivi.
Il caso Phica non è soltanto un’inchiesta giudiziaria: è lo specchio di un fenomeno sociale che intreccia sessismo, violenza digitale e criminalità economica.
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