Rita De Crescenzo a processo per i video contro un ristorante di Castel di Sangro

Condivid

Castel di Sangro – Si riapre la polemica che lo scorso anno aveva acceso discussioni roventi in Abruzzo e in Campania: la “discesa” di migliaia di fan di Rita De Crescenzo nella valle di Sangro, dopo l’appello lanciato dalla stessa influencer napoletana sui social.

Una mobilitazione che scatenò malumori, accuse e divisioni, con Castel di Sangro trasformata in una sorta di teatro mediatico, tra entusiasmo popolare e proteste di chi parlò di un’invasione ingestibile.

Ora la vicenda torna davanti ai giudici. L’influencer partenopea, regina di TikTok e Instagram con milioni di visualizzazioni, si è infatti opposta al decreto penale di condanna emesso dal Tribunale di Sulmona: una multa da 258 euro per diffamazione nei confronti del ristoratore Alessandro Coscia, 45 anni, all’epoca titolare del locale “Antica Neviera”. L’udienza predibattimentale è fissata per il prossimo 2 ottobre davanti al giudice Alessandra De Marco.

La cena di Capodanno e i video sui social

I fatti risalgono alla notte di San Silvestro del 2023, quando De Crescenzo partecipò con una comitiva di dieci persone al veglione organizzato dal ristorante di Castel di Sangro. Secondo l’accusa, nei giorni successivi la tiktoker – attraverso il suo profilo soprannominato “Svergognata” – avrebbe diffuso una serie di video e commenti denigratori nei confronti del locale.

Tra le frasi finite sotto la lente dei magistrati: «La serata del 31 abbiamo fatto digiuno al ristorante» e ancora «A Capodanno sono stata presentata come ospite d’onore e invece ho pagato e ringraziato». In un altro video, rilanciato a distanza di pochi giorni, De Crescenzo ironizzava: «Il conto solo all’andata, il ristorante si è fatto con andata senza ritorno».

Parole ritenute lesive dell’immagine del locale e che hanno spinto Coscia, assistito dall’avvocato Gaetana Di Ianni, a presentare querela ai carabinieri di Castel di Sangro.

La replica del ristoratore

«Non sapevo nemmeno chi fosse – ha spiegato Coscia –. Mi è stata presentata da un amico il 31 mattina. Ha cenato con altre nove persone, festeggiando e ballando. A fine serata, quando è stato chiesto il conto, ho applicato anche uno sconto alla comitiva. Qualche giorno dopo, però, sono arrivati i video diffamatori che hanno danneggiato la mia attività».

Per il ristoratore, la narrazione social di De Crescenzo sarebbe stata costruita ad arte, insinuando che il locale avesse sfruttato la sua notorietà e presentato la cena come un evento legato alla presenza dell’influencer.

La difesa di Rita De Crescenzo

L’influencer respinge con forza le accuse: «Io ho pagato oltre mille euro. Ho fatto foto e video con tutti, senza mai chiedere nulla in cambio. Ho solo detto che ho mangiato male, come può fare chiunque lasciando una recensione. È stato lui a presentarmi come ospite d’onore, senza che lo sapessi. E poi mi ha pure denunciata. Una cattiveria».

De Crescenzo sostiene di avere testimoni pronti a confermare la sua versione e afferma di aver già versato un acconto di 500 euro per la cena. «Ho raccontato semplicemente la mia esperienza in una live, nulla di più. Ora sarà il giudice a stabilire se era critica legittima o diffamazione».

La vicenda oltre il tribunale: le polemiche sull’invasione napoletana

Il procedimento penale non è solo un caso di diffamazione a mezzo social. Si inserisce in un clima già surriscaldato dalle polemiche seguite all’appello lanciato da Rita De Crescenzo ai suoi follower. Quando la tiktoker invitò i fan a raggiungerla a Castel di Sangro, migliaia di persone arrivarono nel centro montano, generando un fenomeno che i residenti e le istituzioni locali definirono una vera e propria “invasione”.

Tra entusiasmo e contestazioni, la valle di Sangro si trovò improvvisamente sotto i riflettori nazionali. Da un lato, i sostenitori dell’influencer parlarono di un’occasione di visibilità e di festa; dall’altro, molti cittadini lamentarono caos, problemi di ordine pubblico e un’immagine distorta del territorio.

La querelle con il ristorante, dunque, rappresenta soltanto un tassello di una vicenda più ampia che mette insieme social, turismo di massa e tensioni tra comunità locali e fenomeni mediatici legati al mondo degli influencer.

Il prossimo 2 ottobre sarà il tribunale a decidere se le parole di De Crescenzo rientrano nei limiti della critica o se hanno oltrepassato il confine della diffamazione. Ma al di là del verdetto, la “vicenda Antica Neviera” continua a riflettere lo scontro tra due mondi: quello reale di una comunità di provincia e quello virtuale, esplosivo e spesso incontrollabile, dei social network.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 21 Settembre 2025 - 08:01 - Federica Annunziata

Leggi i commenti

  • E' interessante vedere come questa situazione si è sviluppata nel tempo, ma credo che alla fine la verità verrà a galla. Le dichiarazioni di De Crescenzo sembrano un po' esagerate e il ristoratore ha il diritto di difendere la sua attività, comunque sia.

Pubblicato da
Federica Annunziata