Telese, va ai domiciliari Vincenzo De Rosa
Pompe i– Una vicenda che lascia sgomenti, per la brutalità del gesto e per l’assoluta gratuità della violenza. Due uomini sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, con le accuse di sequestro di persona e lesioni personali aggravate.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia di Pompei, lo scorso agosto i due avrebbero adescato e costretto con la forza una persona affetta da disabilità a salire a bordo della loro auto. La vittima, incapace di difendersi a causa della sua infermità, sarebbe stata immobilizzata con un braccio al collo e con la bocca tappata per impedirle di chiedere aiuto.
Portata nell’abitazione di uno degli indagati, la persona disabile
sarebbe stata privata del cellulare e delle chiavi di casa, trattenuta contro la sua volontà per circa due ore. In quelle drammatiche circostanze, non solo è stata schernita con insulti e umiliazioni, ma è stata persino gettata in piscina e costretta a rimanervi nonostante non sapesse nuotare e implorasse aiuto, urlando di non riuscire a respirare.Un gioco crudele che ha provocato ferite in diverse parti del corpo. Alla fine, la vittima è stata abbandonata in un fondo agricolo.
Gli investigatori del Commissariato di Pompei, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, hanno raccolto gravi indizi a carico dei due indagati, ritenuti responsabili di un sequestro compiuto con «sevizie e crudeltà», aggravato dall’aver approfittato della condizione di minorata difesa della vittima. Un gesto definito dagli inquirenti compiuto «per motivi abietti e futili, all’esclusivo fine di diletto».
Particolarmente inquietante la circostanza che a uno dei due arrestati l’ordinanza sia stata notificata direttamente in carcere, dove già si trovava ristretto per un altro procedimento penale.
La vicenda scuote le coscienze e impone una riflessione: come si può arrivare a ridurre la sofferenza di un disabile a passatempo, piegando la fragilità altrui alla logica della sopraffazione? Una condotta che non solo offende la legge, ma la dignità stessa della persona.
Una ferma condanna arriva dal mondo istituzionale e giudiziario, dove si sottolinea la necessità di garantire giustizia rapida e pene esemplari. Perché episodi come questo – sevizie contro chi non può difendersi – rappresentano una ferita profonda per l’intera comunità.
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La vicenda è molto triste e fa riflettere su come ci sia persone capaci di atti cosi crudeli. È inaccettabile che una persona disabile possa subire tale violenza, spero che la giustizia faccia il suo corso nel modo giusto.