Napoli, Umberto Russo era già scampato a un agguato nel 2015

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Napoli - Il suo destino era segnato dal piombo dei proiettili della camorra. Ma certo Umberto Russo, 33 anni, detto pesciolino, vecchio componente del clan Lo Russo di Miano, non immaginava che una domenica mattina mentre era in auto e in una zona affollata di famiglie come quella dell'ingresso di via Miano del Bosco di Capodimonte i sicari sarebbero entrati in azione.

Ma la camorra, quando ha deciso di non fare sconti, non li fa. Ed è accaduto anche per lui: ucciso stamane verso le 9,30. Era alla guida della sua Jeep Renegade  in compagnia di qualcuno, visto che sono stati trovati gli sportelli posteriori della sua auto aperti, Probabilmente qualcuno che è scampato ai proiettili ed è scappato.

I sicari sono arrivati in sella a una moto. Pochi secondi e i proiettili hanno posto fine alla sua vita. E' stato centrato in numerose parti del corpo. Centrato ad organi vitali è morto poco dopo il suo arrivo all'ospedale Cardarelli.

Sul posto i carabinieri della compagnia Vomero, insieme al magistrato della Dda, che coordina le indagini. L'omicidio è avvenuto davanti ad alcuni testimoni e sotto l'occhio delle numerose telecamere che ci sono nella zona. le immagini sono ora al vaglio degli investigatori.

 Era già scampato alla morte nel 2015

Russo, noto nell’ambiente con il soprannome di “Pesciolino”, non era nuovo a episodi di violenza: già il 22 novembre 2015 era scampato a un’imboscata in via Lazio, tra Miano e Secondigliano, quando una raffica di proiettili lo aveva raggiunto mentre si trovava in compagnia di un amico 45enne.

Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, che stanno indagando sul caso, la pista privilegiata è quella legata al traffico di droga, considerato il passato di Russo, segnato da precedenti specifici per reati in questo ambito. Il suo nome, inoltre, era emerso in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, condotta dal Gico della Guardia di Finanza, che aveva portato a un processo in cui Russo risultava coinvolto.

L’uomo, ritenuto vicino al clan Lo Russo, la potente cosca dei “Capitoni” che per anni ha controllato l’area nord della città, si muoveva in un contesto criminale ormai frammentato. La collaborazione con la giustizia dell’ex boss Salvatore Lo Russo aveva infatti segnato la disgregazione del clan, dando il via a una stagione di agguati e regolamenti di conti che hanno insanguinato le strade di Napoli.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 28 Settembre 2025 - 12:56 - Giuseppe Del Gaudio

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  • L'omicidio di Umberto Russo mostra ancora una volta come la camorra sia presente in Napoli. E' triste vedere che nonostante i rischi, persone come lui continuano a vivere in pericolo. Ci vorrebbe piu sicurezza.

Pubblicato da
Giuseppe Del Gaudio