

in foto borrelli e un commerciante di napoli
Napoli, – Non più catene e navi negriere, ma un sistema subdolo di corruzione, promesse fasulle e sfruttamento. È il mercato clandestino dei lavoratori stranieri, provenienti soprattutto da Bangladesh, Pakistane Sri Lanka, che alimenta un giro d’affari illecito nel cuore di Napoli.
A denunciare il fenomeno, un commerciante del centro storico, che ha svelato i contorni di un meccanismo perverso fatto di pratiche irregolari, coinvolgimento di CAF, avvocati e attività commerciali compiacenti. Il deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra) ha raccolto la testimonianza e annunciato: “Abbiamo mandato tutto alla Procura e all’Ordine degli Avvocati. Questo scempio deve finire”.
Il racconto del commerciante, che ha scelto di rompere il silenzio, getta luce su un sistema oliato che sfrutta la disperazione di migliaia di migranti asiatici. Questi ultimi, spinti dalla promessa di un contratto di lavoro in Italia, abbandonano i loro Paesi contraendo debiti spesso insostenibili per finanziare il viaggio.
Al centro della rete, il centro storico di Napoli, dove i negozi di souvenir – molti gestiti da cittadini stranieri – proliferano come copertura per un traffico di esseri umani mascherato da assunzioni regolari.
Quando il volume delle pratiche supera la capacità di questi esercizi, il sistema si allarga, coinvolgendo attività commerciali inconsapevoli o compiacenti. A orchestrare il tutto, una filiera che parte dai Paesi d’origine, passa per consolati e ambasciate, e si avvale della complicità di funzionari corrotti, CAF e avvocati pronti a chiudere un occhio in cambio di denaro. Le vittime? Lavoratori stranieri costretti a ripagare debiti esorbitanti, spesso senza alcuna prospettiva di integrazione.
Il caso emblematico riguarda un commerciante napoletano che, lo scorso giugno, ha ricevuto una PEC da un avvocato della provincia di Napoli, con cui non aveva mai avuto contatti.
Il messaggio annunciava l’avvio di una pratica per l’assunzione di un lavoratore stagionale, già arrivato in Italia, senza che il commerciante avesse mai fatto richiesta. Di fronte al suo rifiuto, nonostante le insistenze, l’avvocato è sparito nel nulla. “Un episodio che dimostra l’arroganza di un sistema che opera alla luce del sole, contando sulla paura o sulla complicità delle vittime”, ha commentato Borrelli.
Secondo la ricostruzione, le richieste di assunzione partono dai Paesi asiatici e vengono elaborate attraverso ambasciate e consolati, per poi essere smistate dai CAF a esercizi commerciali, spesso scelti a caso. Gli avvocati coinvolti si occupano di finalizzare le pratiche, cercando di convincere – o costringere – i titolari delle attività ad accettare. L’area vesuviana, da sempre crocevia di flussi migratori, emerge come epicentro di questo traffico, dove la criminalità organizzata e la burocrazia corrotta si intrecciano per alimentare un mercato che Borrelli definisce “una moderna tratta degli schiavi”.
Il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, da mesi impegnato a denunciare il sovraffollamento dei negozi di souvenir nel centro storico, ha promesso battaglia. “Abbiamo raccolto prove e testimonianze, e tutto il materiale è stato inviato alla Procura e all’Ordine degli Avvocati di Napoli per le opportune verifiche”, ha dichiarato.
“Non possiamo permettere che migliaia di persone vengano illuse con promesse di lavoro, per poi ritrovarsi schiavizzate in un sistema che le priva di dignità e futuro. Senza un intervento deciso, rischiamo una situazione ingestibile, con gravi conseguenze sociali e di ordine pubblico”.
Il fenomeno, secondo Borrelli, richiede un’azione immediata per smantellare una rete che lucra sulla disperazione e sull’illegalità. “Non si tratta solo di lavoro stagionale, ma di un mercato clandestino di esseri umani che deve essere fermato”, ha aggiunto. Le autorità sono ora chiamate a indagare su un sistema che coinvolge professionisti, funzionari e attività commerciali, mentre la città di Napoli si trova a fare i conti con una piaga che minaccia di minare il tessuto sociale e l’immagine di una delle sue aree più vive e caratteristiche.
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L'articolo parla di un problema serio, ma non capisco come mai non si faccia abbastanza per fermare questa situazione. Ci sono molti dettagli che potrebbero essere più chiari per i lettori, come chi sono esattamente i responsabili.