Napoli– Il diritto alla cura può superare le esigenze della detenzione. È il principio alla base di un'ordinanza del Giudice dottor Fabio Provvisier, che ha disposto la scarcerazione di Sami Rabayeh, imputato in un procedimento penale e fino ad oggi in custodia cautelare, per permettergli di intraprendere un percorso di disintossicazione.
La svolta arriva dopo la formale richiesta presentata dai difensori dell'uomo lo scorso 15 settembre. Rabayeh, riconosciuto e certificato come tossicodipendente, ha chiesto, attraverso il suo avvocato Giuseppe Gallo, di scontare la misura degli arresti domiciliari non nella propria abitazione, ma presso la comunità terapeutica “Betania O.D.V.” di Parma, in Strada del Lazzareto 26, che ha già dato la sua disponibilità ad accoglierlo.
Una richiesta che ha trovato il parere favorevole della Procura della Repubblica e che è stata poi accolta in pieno dal giudice Provvisier.Potrebbe interessarti
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In altre parole, il giudice ha stabilito che il pericolo di fuga o di inquinamento delle prove non sia così alto da giustificare la privazione della libertà in carcere, soprattutto quando si profila per l'imputato una concreta opportunità di recupero e di reinserimento sociale.
L'ordinanza, emessa in base all'articolo 89 della legge sugli stupepefacenti, dispone quindi la sostituzione della custodia in carcere con gli arresti domiciliari presso la comunità. Rabayeh verrà scarcerato immediatamente, a meno che non sia detenuto per altri capi d’imputazione. Il giudice ha inoltre autorizzato l'uomo a recarsi autonomamente e senza scorta presso la struttura di Parma, dove dovrà sottoporsi a un "programma individualizzato di recupero".
L'uomo era stato arrestato dai carabinieri a febbraio scorso al termine di un lungo inseguimento iniziato a Fuorigrotta. Nella sua abitazione furono rinvenute 5 pistole, munizioni, oltre un chilogrammo di droga e 850 euro in contanti






Commenti (2)
Concordo sul fatto che la scelta di una comunità terapeutica puó sembrare positiva, ma non è chiaro se tutte le misure necessarie sono state prese per garantire la sicurezza pubblica mentre lui riceve aiuto.
L’ordinanza del giudice sembra una decisione che si basa su principi di giustizia, ma e difficile capire se la comunità terapeutica sia veramente capace di aiutare Sami. Ci sono molte domande su come funzionerà questa situazione.