La Strapollese compie 17 anni e conquista ancora

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Si è svolta, come annunciato, il 13 settembre l’attesissima Strapollese 2025, evento podistico che ogni anno accende il Vallo di Diano e coinvolge l’intera comunità di Polla, sede della Podistica Pollese. Da ben 17 anni, la squadra locale organizza questa manifestazione con cura meticolosa, trasformando ogni dettaglio in emozione.

Per cogliere l’essenza più autentica di questa manifestazione abbiamo rivolto una semplice domanda ai membri della Podistica Pollese, cuore pulsante dell’attività organizzativa insieme al presidente Rino Di Leo: “Se dovessi descrivere la Strapollese con una sola parola, quale sceglieresti?”

Ne è scaturito un ricco mosaico di sentimenti. Parole come famiglia, inclusione, magia, partecipazione, liberazione sono state espresse con un pizzico di orgoglio, e anche di commozione, da atleti ispirati e coesi, uniti dagli stessi valori sportivi e di sacrificio. È proprio questa mentalità che, negli anni, ha permesso al progetto di crescere, espandersi e accogliere un numero sempre maggiore di partecipanti.

Grazie all’ottimo lavoro svolto questa competizione è cresciuta altresì  dal punto di vista tecnico, accreditandosi negli ambienti ufficiali. La Strapollese  è infatti una gara podistica nazionale competitiva sulla distanza di 10 km, con percorso omologato FIDAL, classifiche individuali e di società; da quest’anno valida come Campionato Regionale Individuale e di Società Assoluti sui 10 km.

Ma insieme ai numeri e alle omologazioni, la Strapollese annovera un altro primato: quello della continuità. Nel tempo ha saputo infatti intrecciare legami e costruire tradizioni che si confermano ad ogni edizione.

A raccontarne l’anima con passione e voce inconfondibile, è Carlo Cantales —Presidente della Commissione Federale Atleti FIDAL e speaker storico della manifestazione — che, in un breve momento di tregua, ha condiviso con noi alcune riflessioni su questa realtà a lui così familiare.

  • Lei è la voce storica di questa competizione, che cosa le attraversa la mente quando vede partire il gruppo?

È inspiegabile. Da fuori si vede soltanto la partenza della gara, ma dietro c’è un’organizzazione minuto per minuto di tutto ciò che deve accadere. Il mio ruolo è, in un certo senso, quello di una regia: non sforare con i tempi, far sì che ogni fase si svolga come previsto. Richiede un’attenzione enorme. Ma ogni volta, arrivare qui e vedere questa piazza che in poche ore si riempie, essere lì pronto a dare il via… è il momento che tutti aspettano da un anno. E quando li vedi partire, l’adrenalina è a mille.”

Un ruolo, quello dello speaker, che Cantales non può non affrontare sotto l’influenza della sua esperienza da atleta. Un vissuto che gli genera empatia verso chi corre, lo induce a cercare le parole giuste, quelle che lui stesso vorrebbe sentirsi dire in gara: “Quando si è corsa almeno una gara nella propria vita, si riesce ad immaginare cosa provano gli atleti in quei momenti.”

Carla Langone, atleta e membro del comitato organizzativo, a testimonianza della continuità, e della longevità dell’evento, ha sottolineato il ruolo centrale del presidente Di Leo: “Sa valorizzare ogni membro dello staff in base alle competenze. Il gruppo è coeso e crede profondamente nel progetto.”

L’edizione di quest’anno, consolidando il successo delle precedenti, ha accolto ben 500 atleti provenienti da ogni parte d’Italia, chiamati ad affrontare un tracciato piatto, privo di dislivelli significativi, ideale per chi aspira a migliorare il proprio personal best. Una caratteristica senza dubbio incentivante per i podisti.

Nel primo pomeriggio di sabato 13 settembre, Polla si è trasformata in un vivace approdo per atleti e visitatori. Piazza Mons. Antonio Forte, fulcro operativo della giornata, ha ospitato un villaggio ricco di proposte: dallo stand dell’Esercito agli spazi dedicati all’artigianato e ai prodotti locali.

Ad aprire il programma, la Strapollesina: la gara riservata ai più piccoli, dai 4 ai 14 anni, che hanno mostrato grinta e determinazione, ricevendo all’arrivo una medaglia coniata per l’occasione. Presente anche il Fitwalking, con una prova a passo libero lungo lo stesso tracciato della gara agonistica.

La Strapollese, orai da anni Inserita nel circuito nazionale “Bronze” e riconosciuta da FIDAL e CONI, per l’edizione 2025 si è distinta per un’importante novità: l’assegnazione di due titoli ufficiali, il Campionato Regionale CRI e il Campionato di Società (CDS), che uniscono alla gloria personale il trionfo del gruppo squadra.

Ma per raccontare il cuore di questa esperienza, ci siamo rivolti al suo motore instancabile — come emerso dalle testimonianze raccolte fin qui — il presidente Rino Di Leo. Sebbene immerso nel fermento pre-gara, ci ha risposto con la lucidità e la passione che da sempre lo contraddistinguono.

  • Presidente Di Leo, quali effetti ha prodotto, in termini di promozione sportiva e turistica, una manifestazione come la Strapollese, giunta meritatamente alla sua 17ª edizione?

Ieri sono arrivati a Polla circa 500 atleti - ha raccontato il presidente Rino Di Leo. Se consideriamo che molti di loro erano accompagnati da familiari o amici, parliamo di molte più persone che hanno usufruito delle strutture ricettive del territorio. Alcuni sono giunti già venerdì sera, hanno visitato la sede, si sono fermati per tutto il fine settimana, conoscendo il paese e, magari, esplorando anche qualche angolo del Vallo di Diano. È evidente che si parla anche di turismo.

Sul fronte della promozione sportiva, Di Leo ha sottolineato il ruolo del villaggio sportivo, che quest’anno ha ospitato tre realtà locali: la scuola calcio giovanile, quella di basket e la scuola di pugilato. “Hanno partecipato attivamente, promuovendo le loro attività e offrendo una rappresentazione del lavoro che svolgono sul territorio. È stato un modo concreto per valorizzare lo sport locale e coinvolgere la comunità.”

  • La Strapollesina è una fiorente costola della Strapollese: che ruolo ha la corsa nella formazione sportiva delle nuove generazioni?

La corsa è una vera metafora di vita. Insegna valori che sono fondamentali nello sport, ma ancora di più nella vita: il rispetto dell’altro, la lealtà, la correttezza, una sana competizione. Ti rende una persona migliore. Correndo impari che per arrivare al traguardo servono sacrifici, bisogna superare ostacoli, essere resilienti e resistenti. A volte capita anche di mettere da parte se stessi: magari durante la gara un compagno ha bisogno di aiuto, e allora rinunci al tuo tempo per stargli vicino. Ecco, secondo me la corsa ti insegna proprio questo: a essere migliore.”

  • Quali sono le sfide più complesse che impone l’organizzazione di una manifestazione come la Strapollese?

La sfida principale è quella di rinnovarsi ogni anno, cercando idee originali che rendano la Strapollese sempre diversa e migliore rispetto all’edizione precedente. Già dalle prime riunioni invito il comitato organizzativo a proporre qualcosa di nuovo.

Quest’anno, ad esempio, abbiamo decorato le balle di fieno come personaggi lungo il rettifilo di gara, mentre l’anno scorso c’era lo ‘Strapollo’. Non togliamo nulla, ma aggiungiamo sempre qualcosa per rendere l’esperienza più piacevole per gli atleti e più coinvolgente per il pubblico.

Abbiamo animato il tratto più isolato del percorso con archi gonfiabili, palloncini, musica, punti ristoro e bandiere colorate, così da evitare che gli atleti si trovassero soli nei campi. E poi, per dare un tocco speciale, abbiamo ospitato la City of Rome Pipe Band, che con le cornamuse e i tamburi ha portato l’atmosfera delle Highlands nel cuore del Vallo di Diano.

  • Presidente, qual è il momento più emozionante che ha vissuto in questi 17 anni di Strapollese?

Il momento più emozionante si rinnova ogni anno, quando consegno il pettorale numero 1 all’atleta con disabilità che ospitiamo e che gareggia per il trofeo “Il cuore oltre il traguardo”. Quest’anno l’ho vissuto durante la conferenza stampa, quando ho consegnato il pettorale a Ciro Romano, che oggi corre con noi e per noi. È un gesto simbolico, ma carico di significato. Ogni volta è un’emozione profonda.

  • Ogni medaglia racconta una storia. Qual è quella di quest’anno? Che cosa rappresenta per voi questo piccolo oggetto che gli atleti guadagneranno al traguardo?

La medaglia di quest’anno – relizzata dall’Ing. Giuseppe Sarno - raffigura il ponte romano di Polla, simbolo di connessione tra la parte antica e quella moderna del paese. È un ponte che resiste da oltre duemila anni, ha superato terremoti e intemperie, e negli ultimi diciassette anni ha visto passare migliaia di atleti, non solo durante la Strapollese ma anche negli allenamenti quotidiani.

Ogni medaglia è un piccolo gioiello, pensato e realizzato su misura, e rappresenta un frammento della storia di Polla: non è solo un premio, è il simbolo della nostra identità.

  • Ultima domanda, la stessa rivolta ai componenti della sua squadra: Se dovesse descrivere la Strapollese con una sola parola, quale sceglierebbe?

Non si può descrivere la Strapollese con una sola parola, ce ne vogliono almeno 3: tensione durante i preparativi, emozione il giorno della Strapollese e soddisfazione il giorno dopo. 

Con questa ultima affermazione salutiamo il presidente Rino Di Leo, non senza trarre una significativa conclusione. La Strapollese va oltre il suo pregnante valore sportivo: è una dimensione emozionante che travolge e dà soddisfazione. È tradizione che si rinnova  ogni anno, con la medesima passione e carisma, lo stesso battito che pulsa nella rullata dei runners, lo stesso passo condiviso.

A coronamento di una giornata intensa e partecipata, ecco la classifica della Strapollese 2025:
Podio maschile
Yahya Kadiri - 00:32:08
Valerio Santoro - 00:32:15
Alí Akinou - 00:32:34

Podio femminile
Elvanie Nimbona - 00:33:04
Francesca Palomba - 00:39:29
Filomena Palomba - 00:40:41

 

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 15 Settembre 2025 - 17:28 - Annamaria Cafaro
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Annamaria Cafaro