Commensali a un pranzo in un ristorante
Un focolaio di salmonella ha colpito circa 60 persone che hanno pranzato in un ristorante di San Marcellino, in provincia di Caserta, tra il 31 agosto e il 4 settembre.
Tra i contagiati figurano un bambino di 18 mesi e una donna incinta, fortunatamente nessuno in gravi condizioni, sebbene molti abbiano manifestato vomito, diarrea e febbre alta.
Le prime segnalazioni sono arrivate nella giornata di martedì 2 settembre, quando oltre 20 componenti di un unico nucleo familiare sono stati ricoverati con gli stessi sintomi negli ospedali di Marcianise e Aversa. Nei giorni successivi, sono emersi altri casi, tutti riconducibili allo stesso locale ma riferiti a tavolate e clienti diversi.
L’ASL di Caserta – tramite il suo servizio veterinario guidato dal dottor Alfonso Giannoni – ha disposto la chiusura cautelativa del ristorante e avviato un’indagine approfondita. Pur non avendo riscontrato gravi carenze igienico-strutturali, gli ispettori ipotizzano che all’origine del contagio vi possa essere un “portatore sano” tra i membri dello staff, che avrebbe inconsapevolmente diffuso il batterio attraverso scorrette pratiche igieniche.
Sono in corso analisi microbiologiche su campioni di cibo e sul personale per individuare la fonte esatta del batterio e ricostruire la dinamica dei contagi. L’ASL invita chiunque abbia frequentato il locale nelle date indicate e abbia sviluppato sintomi sospetti a contattare immediatamente il proprio medico.
Quello di San Marcellino non è un episodio isolato, ma si inserisce in un’estate segnata da numerosi casi di intossicazione alimentare in tutta Italia.
Calabria e Sardegna sono state teatro di gravi episodi di morti a causa del botulino, collegati al consumo in due sagre di paese, di conserve alimentari e prodotti sott’olio contaminati, alcuni dei quali purtroppo risultati fatali.
In Puglia, solo poche settimane fa, decine di turisti sono rimasti intossicati in un villaggio vacanze del Salento, in un caso inizialmente attribuito a un’infezione da norovirus.
Questi eventi consecutivi riaccendono i riflettori sulla sicurezza alimentare, soprattutto in contesti della ristorazione collettiva e durante il picco della stagione turistica. Richiamano l’importanza cruciale del rigore igienico, della tracciabilità degli alimenti e della formazione del personale come unici strumenti per prevenire situazioni che mettono a rischio la salute pubblica e minano la fiducia dei consumatori.
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