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L’evasione fiscale in Italia continua a pesare come un macigno sulle casse dello Stato e sulle tasche dei cittadini onesti. Secondo le stime Istat riferite al 2022, sono quasi 2,5 milioni le persone fisiche occupate irregolarmente nel Paese, tra lavoro nero e attività non dichiarate.
Un fenomeno che si traduce in numeri impressionanti: quest’anno i contribuenti italiani hanno dovuto lavorare teoricamente fino a inizio giugno, impiegando 156 giorni per pagare tutte le tasse e rispettare le scadenze fiscali. Un contributo essenziale per finanziare servizi pubblici fondamentali, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla sicurezza.
In termini assoluti, la Lombardia guida la classifica con 379.800 occupati irregolari, seguita dal Lazio con 319.400 e dalla Campania con 270.200. Tuttavia, se si considera il tasso di irregolarità – il rapporto tra occupati irregolari e totale degli occupati – la Calabria svetta con il 17,1%, seguita dalla Campania con il 14,2%.
«Il problema è che mentre alcuni cittadini rispettano scrupolosamente gli obblighi fiscali, un numero enorme di persone lavora senza contratti o partite Iva, scaricando il peso sui contribuenti onesti», sottolineano gli esperti. Una situazione che mette in luce le profonde disuguaglianze nel sistema fiscale e l’urgenza di interventi mirati per contrastare l’evasione.