Nell'immagine la scultura di Domenico Sepe
Ci sono materiali che non sono semplicemente materia. Portano con sé storie, ferite, speranze. Il legno recuperato dal relitto del naufragio di Steccato di Cutro, che nel febbraio 2023 ha inghiottito vite e sogni, è uno di questi.
Nelle mani del maestro Domenico Sepe, scultore napoletano di rara sensibilità, quel legno non è più solo il silenzioso testimone di una tragedia: diventa voce, denuncia, preghiera. Diventa il cuore pulsante di “Franciscvs - Miserando atque eligendo”, la monumentale scultura in bronzo dedicata a Papa Francesco, un’opera che unisce fede, arte e memoria, trasformando il dolore in speranza.
Ne abbiamo parlato con Domenico Sepe per farci raccontare come nasce un’opera capace di parlare al cuore del mondo.
Com'è stato lavorare con un materiale così carico di storia e dolore?
"Lavorare con il legno ricavato dal barcone naufragato a Steccato di Cutro nel 2023 è stato un viaggio emotivo profondo. Ogni fibra ha raccontato una storia di speranza, di fuga, di tragedia. Non è stata semplice materia: è stata memoria viva. Già in passato ho utilizzato questo legno per realizzare la croce della pastorale della statua di Papa Francesco, e anche in quell’occasione ho sentito il bisogno di trattarlo con rispetto, quasi con devozione. Ora, con quest’opera in bronzo alta oltre due metri, ho voluto dare continuità a quel gesto, trasformando il dolore in testimonianza"
Cosa ti ha spinto a trasformare il legno di un naufragio in un'opera d'arte così intensa?
"La spinta è nata da un’urgenza interiore: non dimenticare. Quel legno, sopravvissuto al mare, meritava di essere elevato a simbolo. Quando ho creato la croce della pastorale per la statua di Papa Francesco, ho capito quanto potesse parlare quel materiale, quanto potesse farsi ponte tra la tragedia e la spiritualità. Con questa nuova opera, ho voluto amplificare quel messaggio, rendendolo visibile, tangibile, universale"
"L’artista ha il dovere di essere presente, di non voltarsi dall’altra parte. Davanti a tragedie come quella di Cutro, l’arte può diventare voce, denuncia, ma anche abbraccio. Non si tratta solo di creare, ma di ascoltare, di accogliere, di dare forma a ciò che spesso resta invisibile. È un ruolo che richiede sensibilità, ma anche coraggio. L’opera che ho realizzato vuole essere proprio questo: un atto di memoria e di speranza"
L'arte, secondo te, può essere un ponte tra la memoria delle tragedie e la speranza per il futuro?
"Sì, profondamente. L’arte ha il potere di trasformare il dolore in bellezza, la perdita in consapevolezza. Quando un’opera nasce da una tragedia, non è solo commemorazione: è anche promessa. Il bronzo, con la sua forza e resistenza, diventa simbolo di questa volontà: ricordare per costruire, testimoniare per cambiare. E il legno del naufragio, inserito come elemento sacro, ci ricorda che anche dalle macerie può nascere qualcosa di eterno"
In un mondo che spesso dimentica in fretta , l'arte di Domenico Sepe diventa un argine contro l'oblio." Franciscvs Miserando atque eligendo " non chiede solo di essere ammirata: chiede di fermarsi, riflettere ve ricordare. Perche' ogni segno nel bronzo, ogni fibra di quel legno, porta con se una voce silenziosa che ci interroga: quale umanita' vogliamo essere ?
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L'articolo è molto interessante e fa riflettere sul significato profondo dell'arte. Tuttavia, mi chiedo se davvero il legno possa portare con se storie così forti. È un concetto affascinante ma anche difficile da comprendere pienamente per chi non è esperto.