Cronaca Giudiziaria
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9 Settembre 2025 - 12:11

Corruzione e appalti ai Casalesi nel Casertano: 17 misure cautelari

Di Giuseppe Del Gaudio

Caserta– Un nuovo terremoto giudiziario scuote la politica e le istituzioni campane. All’alba di oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a 17 misure cautelari – tra carcere, domiciliari e divieti di dimora – nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli su un vasto sistema di corruzione e infiltrazione negli appalti pubblici.

Tra i nomi eccellenti figurano Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo e coordinatore provinciale di Forza Italia, finito ai domiciliari, e Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur e imprenditore del settore rifiuti di Casal di Principe, arrestato e portato in carcere.

Le accuse

L’inchiesta ipotizza a vario titolo i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio.

Secondo gli inquirenti, Guida nel 2019 avrebbe assegnato l’appalto per il servizio di raccolta rifiuti ad Arienzo in cambio di appoggi elettorali. Per Ferraro, invece, le accuse ripercorrono uno schema già noto: dopo aver scontato sette anni di carcere per concorso esterno in camorra, l’ex consigliere regionale avrebbe ripreso a muoversi nel settore ambientale, questa volta senza esporsi direttamente con proprie aziende, ma manovrando un cartello di imprese a lui riconducibili.

Il “sistema Ferraro”

Il meccanismo ricostruito dagli inquirenti era semplice: le aziende vicine a Ferraro, grazie alle sue pressioni e alla rete di relazioni, ottenevano appalti per la raccolta dei rifiuti o per i servizi di sanificazione negli ospedali. In cambio, versavano al politico-imprenditore una percentuale fissa sugli importi aggiudicati.

Una continuità con il passato che conferma la capacità dei Casalesi, e delle figure a loro legate, di infiltrarsi stabilmente nel tessuto delle pubbliche amministrazioni, condizionando le gare d’appalto e drenando risorse pubbliche verso interessi privati e criminali.

Gli altri indagati

Nell’inchiesta figura anche l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta, Amedeo Blasotti: per lui la Procura aveva chiesto il divieto di dimora, misura però non accolta dal Gip già lo scorso maggio. Stessa sorte per Luigi Bosco, ex consigliere regionale oggi coordinatore campano di Azione, per il quale la richiesta di misura cautelare è stata rigettata.

Complessivamente il Gip ha disposto:

3 ordinanze di custodia cautelare in carcere,

7 arresti domiciliari,

7 misure tra divieti di dimora e interdizioni.

Il sequestro da due milioni di euro

Un passaggio cruciale delle indagini risale alla fine del 2023, quando icarabinieri sequestrarono due milioni di euro in contanti nascosti nell’abitazione di un imprenditore vicino a Ferraro. Secondo la Dda, si trattava della “cassa” del sistema illecito, frutto delle percentuali pagate dalle aziende per ottenere gli appalti.

Il quadro investigativo

Le indagini, coordinate dai pm anticamorra Vincenzo Ranieri e Maurizio Giordano e dirette dal procuratore capo Nicola Gratteri, hanno evidenziato come Ferraro avesse ricostruito, dopo la scarcerazione, un modello criminale identico a quello che lo portò alla condanna: una rete corruttiva in grado di orientare gli appalti pubblici in comuni e Asl, garantendo vantaggi elettorali e benefici economici agli attori del sistema.

Un copione che dimostra la straordinaria resilienza delle reti politico-affaristiche legate ai Casalesi, capaci di rigenerarsi nonostante anni di indagini e condanne.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 9 Settembre 2025 - 12:11 - Giuseppe Del Gaudio

Questo articolo è stato pubblicato il 9 Settembre 2025 - 12:11

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Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"