Napoli, piazza San Domenico Maggiore
Napoli – “Un provvedimento inutile e autolesionista per la città”. Non usa mezzi termini Massimo Di Porzio, presidente di Confcommercio Napoli, nel commentare la delibera della Giunta Comunale che introduce limitazioni agli orari di attività di bar e ristoranti in alcune aree del Centro Storico.
La misura, che sarà al centro della discussione del Consiglio Comunale giovedì, ha sollevato un coro di critiche da parte degli esercenti, che la considerano inefficace per contrastare il fenomeno della movida rumorosa e dannosa per l’economia locale.
Secondo Di Porzio, il provvedimento non solo non affronta il problema del rumore e degli schiamazzi, ma rischia di aggravare la situazione. “Non sono i clienti seduti nei dehors di bar e ristoranti a creare disordine – spiega il presidente – ma le aggregazioni spontanee che si formano indipendentemente dalla presenza degli esercizi commerciali”.
Un esempio lampante, sottolinea, è piazza San Domenico Maggiore, dove i problemi di rumore persistono nonostante bar e ristoranti chiudano ben prima della mezzanotte. Inoltre, limitazioni simili, come quelle sugli orari di vendita per asporto introdotte in passato, non hanno portato benefici tangibili in termini di quiete pubblica o sicurezza.Ma le critiche non si fermano all’inefficacia della misura.
Confcommercio punta il dito anche sulle ricadute economiche e sociali. “Questo provvedimento rischia di desertificare il Centro Storico – avverte Di Porzio – accentuando i problemi di sicurezza invece di risolverli”.
A pagarne il prezzo sarebbero circa 40 imprese, che danno lavoro a 200 addetti, messe a rischio da una regolamentazione che, secondo l’associazione, manca di logica. “Non ha senso imporre restrizioni in una strada e lasciare invariati gli orari in quella accanto”, aggiunge il presidente, evidenziando l’incoerenza della misura.Per Confcommercio, il vero nodo da sciogliere è l’ordine pubblico, una questione che non può essere scaricata sugli esercenti.
“Limitare gli orari di bar e ristoranti non risolverà i problemi della movida – ribadisce Di Porzio – serve un approccio diverso”. L’associazione chiede il ritiro immediato del provvedimento e l’apertura di un tavolo di confronto che coinvolga esercenti, residenti e amministrazione comunale per trovare soluzioni condivise ed efficaci.
La discussione in Consiglio Comunale si preannuncia accesa. Da un lato, le esigenze di chi vive nel Centro Storico e chiede maggiore tranquillità; dall’altro, le preoccupazioni di un settore economico cruciale per Napoli, che teme di vedere compromessa la propria vitalità. La palla passa ora alla politica, chiamata a trovare un equilibrio tra vivibilità e sviluppo economico in una delle zone più iconiche della città.