Cava de' Tirreni - Si era recata in ospedale con quelli che sembravano banali sintomi influenzali, ma il quadro clinico si è rapidamente aggravato fino al decesso, avvenuto giovedì scorso.
Una donna di 87 anni, residente a Cava de’ Tirreni, è morta dopo aver contratto il virus West Nile, la cosiddetta “Febbre del Nilo occidentale”, trasmessa dalla puntura di una zanzara infetta.
Dopo la diagnosi, l’Asl ha immediatamente attivato il protocollo previsto, disponendo la disinfestazione dell’area in cui viveva l’anziana e avviando un’attività di monitoraggio costante.
La morte della donna si inserisce in un’estate segnata dalla crescente preoccupazione per la diffusione del virus in Italia e in particolare in Campania, dove si sono registrati dodici decessi dall’inizio del 2025, rendendo la regione tra le più colpite insieme al Lazio.
I dati dell’ISS: oltre 500 casi in Italia
Secondo l’ultimo bollettino del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 3 settembre 2025, sono 502 i casi confermati di infezione da West Nile nell’uomo. Di questi, 226 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, quella più grave, mentre 226 sono stati classificati come febbre da West Nile (uno dei quali importato dal Kenya). Sono stati inoltre identificati 40 casi asintomatici tra i donatori di sangue, 5 casi sintomatici e 5 asintomatici attraverso attività di screening.
Complessivamente, il virus ha causato 33 decessi: 14 nel Lazio, 12 in Campania, 3 in Piemonte, uno in Lombardia, uno in Emilia Romagna e due in Calabria.Potrebbe interessarti
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La sorveglianza veterinaria ha intanto confermato la circolazione del West Nile virus in diverse regioni italiane, dal Nord al Sud, con la presenza accertata dei ceppi Lineage 1 e Lineage 2.
Le parole del sindaco Servalli: «Niente allarmismi»
Nonostante la gravità dell’episodio, il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, ha invitato la popolazione a mantenere la calma: «Sono stati segnalati alcuni casi di zanzare infette, ma l’Asl ha già attivato il monitoraggio e le conseguenze gravi si verificano solo in pochi casi – ha spiegato Servalli –.
Fortunatamente non c’è trasmissione da uomo a uomo. Il Dipartimento di prevenzione, guidato dalla dottoressa Gelsomina Lamberti, è attento e vigile sulla situazione. Non ci sono quindi condizioni per allarmi particolari».
La prevenzione resta fondamentale
Gli esperti continuano a raccomandare misure di protezione individuale e ambientale: l’uso di repellenti, l’adozione di abiti lunghi e leggeri per ridurre l’esposizione alle punture, l’installazione di zanzariere e la bonifica di aree con acqua stagnante che favoriscono la proliferazione delle zanzare.
In un’estate segnata dalla paura del West Nile e dal bilancio di vittime già pesante, l’attenzione resta alta: la sfida è contenere la diffusione del virus senza alimentare panico, ma promuovendo consapevolezza e comportamenti prudenti.
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