Nella foto i vertici del clan Ciccarelli
Caivano - È Giovanni Ciccarelli, detto “Giannino”, il nome che ritorna con insistenza nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Sarebbe lui, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’attuale regista del traffico di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano, subentrato ai fratelli Antonio e Domenico dopo i loro arresti e quello di Nicola Sautto.
Una successione che risale al marzo 2020, quando Giannino avrebbe assunto la direzione del clan, imponendosi come nuovo capo dell’organizzazione.
E' quanto emerge dalle oltre 150 pagine dell'ordinanza cautelare firmata oggi dal gip Antonino santoro dell'ufficio 24 del Tribunale di Napoli e che ha colpito lo stesso capo clan Giovanni Ciccarelli di 54 anni, il fratello Antonio Ciccarelli di 55 anni, il nipote Ciro Ciccarelli di 31 anni e poi due fedelissimi come Ciro Di Pierno di 28 anni di Acerra noto come "Ciro o' bit" e infine Gennaro De Marco di 55 anni.
Il passaggio di consegne, spiegano i pentiti, fu netto: Ciccarelli prese in mano la gestione, fissò strategie e obiettivi, e dettò la linea ai capi piazza, imponendo loro due alternative: rifornirsi direttamente dal clan oppure versare una quota mensile per poter operare autonomamente. Un sistema centralizzato, capace di garantire al vertice il controllo totale degli introiti.
Accanto a Giannino, in posizione di rilievo, si muove il nipote Ciro Ciccarelli, figlio di Salvatore, descritto come braccio destro dello zio. A lui sarebbero stati affidati compiti delicati: eseguire le direttive, tenere la contabilità, riscuotere i proventi e, soprattutto, rappresentare il clan ai summit con altre consorterie criminali. Non solo contabilità, però: Ciro avrebbe partecipato anche ad azioni di intimidazione e imposizione verso gruppi rivali.
Le accuse non provengono da una sola voce. Diversi collaboratori – tra cui Vincenzo Iuorio, Antonio Cocci, Francesco Capasso, Mariano Alberto Vasapollo e Pasquale Cristiano – hanno tracciato un quadro convergente. Tutti, a vario titolo, sono stati parte del sodalizio e già ritenuti attendibili in altri procedimenti giudiziari.
Secondo i verbali, dopo gli arresti di Nicola e Genny Sautto e di Massimo Gallo, nel 2020 la regia criminale a Caivano passò a due figure: Antonio Angelino, alias Tibiuccio, e Giovanni Ciccarelli. Quest’ultimo, indicato come capo del clan, gestiva le piazze del Parco Verde e del rione Iacp, ma riconosceva ad Angelino un compenso fisso: 60 mila euro al mese.
Gli equilibri mutarono nel gennaio 2022. Ciccarelli decise di liberarsi della presenza ingombrante di Tibiuccio e di acquisire il dominio assoluto del Parco Verde. Lo racconta Francesco Capasso: il clan organizzò una stesa contro gli uomini di Angelino, preludio a un accordo di spartizione. Dal carcere, Domenico Ciccarelli avrebbe mediato un’intesa: i Ciccarelli presero il controllo esclusivo del Parco Verde, mentre Angelino mantenne il comando su Caivano.
Mariano Alberto Vasapollo, nel verbale del marzo 2022, confermò questa divisione: «Il capo del clan Ciccarelli è diventato Giovanni, coadiuvato dal nipote Ciro. Si occupano esclusivamente della droga al Parco Verde.
A Caivano paese, invece, comanda Tibiuccio». Dichiarazioni ribadite pochi mesi dopo da Pasquale Cristiano: «Oggi Caivano è divisa: al Parco Verde sta Ciccarelli Giannino, mentre Tibiuccio gestisce il paese. Prima Tibiuccio incassava 60 mila euro al mese da Ciccarelli».
Il “sistema droga” del Parco Verde, così come descritto dai pentiti, appare ramificato e redditizio. Giovanni e Ciro avrebbero il controllo diretto di cinque piazze di spaccio su strada, dedicate alla vendita di crack, kobret, cocaina, hashish ed erba. I capi piazza, nominati dal clan, chiudono i conti direttamente con i due referenti.
Parallelamente, sarebbero attive una decina di piazze in appartamento, specializzate nella cocaina. In questi casi i gestori operano in autonomia, ma con un vincolo preciso: acquistare la merce solo dai Ciccarelli. I proventi finiscono nelle casse del clan, che provvede poi a ripartire le somme tra i capi piazza e a garantire il sostegno economico ai detenuti e alle loro famiglie.
Un sistema capace di generare cifre impressionanti: secondo le dichiarazioni, gli affari delle piazze del Parco Verde fruttavano circa 150 mila euro al mese. Un fiume di denaro, gestito attraverso incaricati fidati che si occupavano del trasporto della droga e della riscossione dei pagamenti, con consegne settimanali di centinaia di grammi di cocaina.
Resta incerta la ricostruzione sull’appoggio esterno che consentì ai Ciccarelli di scacciare Tibiuccio dal Parco Verde. Secondo Capasso fu decisiva l’alleanza con i Mazzarella, mentre altri collaboratori, come Vasapollo, attribuiscono il sostegno all’Alleanza di Secondigliano. Divergenze che non cambiano, però, il dato centrale: oggi, a Caivano, il traffico di droga appare rigidamente diviso in due poli. Al Parco Verde comanda Giannino Ciccarelli con il nipote Ciro; sul paese resta l’influenza di Antonio Angelino, Tibiuccio.
( nella foto il parco Verde di Caivano e da sinistra Giannino Ciccarelli, il nipote Ciro e il fratello Antonio)
Questo articolo è stato pubblicato il 23 Settembre 2025 - 21:15
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E' interessante come la situazione a Caivano evoluta nel tempo. La successione dei clan mostra chiaramente il potere e l'influenza di Giovanni Ciccarelli. Tuttavia, è preoccupante vedere come il traffico di droga continui a prosperare in queste aree.