Piano di Sorrento – Ancora un sequestro di stabilimenti balneari in Penisola Sorrentina. Questa mattina la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia ha messo i sigilli all’“Antico Bagno Nettuno” di Marina di Cassano, struttura storica ma già al centro di polemiche per le trasformazioni dell’arenile.
Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, arriva a fine stagione balneare ma rappresenta comunque un segnale forte di ripristino della legalità su un tratto di costa tra i più delicati e tutelati dal punto di vista ambientale.
Le indagini, condotte dalla Capitaneria con il supporto tecnico dell’Ufficio comunale di Piano di Sorrento, hanno accertato la realizzazione di opere abusive, in violazione dei titoli concessori e senza alcuna autorizzazione urbanistica, edilizia e paesaggistica. Secondo i rilievi, le strutture contestate – oltre 1.100 metri quadrati – non erano temporanee, ma costruite con caratteristiche permanenti e difficilmente amovibili, in contrasto con quanto previsto dalle concessioni demaniali.
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Il sequestro dell’“Antico Bagno Nettuno” non è un caso isolato. Negli ultimi anni, soprattutto a stagione ormai conclusa, diversi stabilimenti balneari della Penisola Sorrentina sono finiti sotto la lente della magistratura e delle forze dell’ordine: a Vico Equense, Meta e Sorrentosi sono registrati interventi simili, con sigilli a strutture che avevano alterato tratti di costa vincolata attraverso ampliamenti non autorizzati o opere cementizie non rimovibili.
Episodi che mostrano il volto meno patinato della costiera sorrentina, troppo spesso piegata da un abusivismo che, dietro la facciata del turismo di lusso, nasconde interessi economici e violazioni sistematiche delle regole.
Le Procure di Torre Annunziata e Napoli, insieme alla Capitaneria di Porto, stanno intensificando i controlli, consapevoli che il fenomeno – esploso negli anni Novanta e mai del tutto arginato – rappresenta una minaccia non solo per il paesaggio ma anche per la sicurezza delle stesse strutture e dei bagnanti.
La tempistica degli interventi, spesso a fine estate, lascia il segno di provvedimenti tardivi, che arrivano dopo mesi di attività turistica piena. Ma resta il messaggio: le coste non possono essere piegate a logiche private in violazione della legge, e ogni segnale di contrasto all’abusivismo, anche quando arriva a stagione chiusa, è un passo in più per restituire legalità e tutela al demanio marittimo.









































































Commenti (3)
Le indagini sembrano serie e necessarie, ma c’è paura che queste azioni non porteranno a un cambiamento reale. Servono misure piu forti per proteggere la costa da chi non rispetta le regole.
E’ interessante vedere come le autorità stiano intervenendo su queste situazion, ma mi chiedo se veramente saranno in grado di fermare l’abusivismo. A volte le leggi non sono sufficienti a risolvere problemi così complessi.
La situazione è preoccupante, ma mi pare che sia sempre la stessa storia: si agisce solo quando è troppo tardi. Speriamo che questa volta qualcosa cambi davvero e non resti solo un annuncio.