È morto durante una diretta streaming, sotto gli occhi dei suoi follower. Raphaël Graven, 46 anni, noto online con lo pseudonimo di Jeanpormanove, è stato trovato senza vita lunedì mattina nella sua abitazione di Contes, vicino Nizza.
La polizia è intervenuta dopo le segnalazioni degli utenti che avevano assistito alla sua ultima diretta, trasmessa nella notte tra domenica e lunedì.
Secondo quanto riportano i media francesi, Graven era molto seguito in passato su TikTok e Twitch, ma da mesi aveva spostato le sue attività su Kick, piattaforma di streaming meno regolamentata e spesso criticata per la diffusione di contenuti estremi. Qui aveva raccolto quasi 193 mila iscritti, proponendo video sempre più rischiosi e controversi.
Negli ultimi mesi, il 46enne era diventato protagonista di scene violente in diretta: umiliazioni pubbliche, aggressioni fisiche, strangolamenti, lanci di vernice, pugni.Potrebbe interessarti
Proprio i due erano accanto a Jeanpormanove la notte della tragedia. Nella diretta incriminata, il 46enne appare privo di sensi: uno dei presenti tenta di scuoterlo, senza riuscire a rianimarlo.
Molti spettatori hanno descritto quella scena come l’epilogo di "dieci giorni e notti di torture", tra violenze fisiche, privazione del sonno e persino ingestione di sostanze tossiche.
La procura di Nizza ha aperto un’inchiesta per chiarire le cause della morte e il ruolo dei due streamer. Naruto e Safine non sono nuovi alle indagini: a fine 2024 erano già stati accusati di violenza intenzionale di gruppo contro persone vulnerabili e di sequestro, anche se di durata inferiore agli otto giorni.
Un dettaglio inquietante è emerso da un vecchio video: in esso, Naruto legge un messaggio che Graven aveva inviato alla madre pochi giorni prima di morire. Nelle sue parole, la confessione di sentirsi "prigioniero" e la volontà di "uscire da questo gioco della morte".
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