Napoli– Una cava di tufo, un tempo silenziosa, era stata trasformata in un cantiere navale abusivo. È quanto scoperto dagli agenti della Polizia Locale di Napoli, che hanno sequestrato un intero rimessaggio per imbarcazioni situato in una cavità sotterranea sulla collina di Capodimonte.
L'operazione è scattata in seguito alle segnalazioni dei residenti, che da giorni lamentavano un forte odore chimico, soprattutto nelle ore serali. Le indagini della Polizia Giudiziaria e Ambientale hanno portato alla scoperta dell'attività illecita.
All'interno della cava, gli agenti hanno trovato un uomo, già noto alle forze dell'ordine, intento a svolgere lavori di manutenzione e verniciatura su un'imbarcazione.Potrebbe interessarti
Sant’Antimo, scoperta un’officina abusiva: denunciato un 38enne e maxi multa da 5mila euro
Materdei, blitz antidroga in un’abitazione: tre arresti dopo un’aggressione agli agenti
Appalto ASL Napoli, accordo storico per i lavoratori della logistica
Napoli, nuovi interventi per l’illuminazione pubblica nel centro storico
Le verifiche hanno rivelato che l'intera attività era priva di qualsiasi autorizzazione: non solo per l'utilizzo della cavità, ma anche per la gestione dei rifiuti speciali e per le immissioni in atmosfera, particolarmente pericolose in un luogo sotterraneo. Ad aggravare la posizione dell'uomo, la scoperta di un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, utilizzato per alimentare il cantiere.
L'uomo è stato denunciato all'autorità giudiziaria per i reati commessi, mentre l'intera area è stata posta sotto sequestro. L'episodio mette in luce la gravità di certe attività illecite, che non solo danneggiano il patrimonio naturalistico e storico della città, ma rappresentano anche un serio pericolo per l'ambiente e la salute pubblica.
Commenti (1)
La situazione descrita nell’articolo è molto preoccupante, pero mi chiedo come sia possibile che una cosa del genere potesse succedere in un posto così importante come Napoli. Dovrebbero esserci controlli piu severi per prevenire attività illecite.