Napoli – La recente evasione di due detenuti dal carcere di Poggioreale, poi entrambi catturati, riaccende il dibattito sulla sicurezza degli istituti penitenziari campani.
A lanciare l’allarme è la ConSiPe (Confederazione Sindacale della Polizia Penitenziaria), secondo cui la gestione della struttura partenopea sarebbe ormai “al collasso”.
Durante il turno notturno, circa 30 agenti devono controllare oltre 2.100 reclusi: un rapporto che rende di fatto impossibile garantire la sicurezza e il trattamento rieducativo. A peggiorare la situazione contribuisce la chiusura del reparto “sentinelle”, abolito per l’inagibilità del muro perimetrale, che in passato rappresentava un presidio strategico contro evasioni e introduzione di materiale illecito, spesso tramite droni.
Secondo i dati diffusi dal sindacato, a Poggioreale mancano circa 200 agenti rispetto all’organico previsto. Non è raro che un solo poliziotto penitenziario si trovi a dover sorvegliare fino a 100 detenuti, con evidenti rischi per la sicurezza.
“La tecnologia può aiutare – sottolinea la ConSiPe – ma non potrà mai sostituire la presenza fisica del personale, indispensabile per prevenire e gestire situazioni critiche”.
Nonostante tutto, i due fuggitivi sono stati rapidamente riacciuffati, grazie a un’operazione coordinata che ha dimostrato ancora una volta “l’abnegazione e il coraggio di un Corpo messo in ginocchio da anni di tagli e scelte gestionali disattente”.
I dirigenti sindacali Luigi Castaldo e Vincenzo Santoriello rilanciano l’interrogativo: “Qual è il prezzo che lo Stato è disposto a pagare per aver ridotto ai minimi termini un Corpo di polizia essenziale per la sicurezza dei cittadini e dei detenuti?”.
La ConSiPe chiede interventi immediati: potenziamento degli organici, ripristino delle strutture operative strategiche e condizioni di lavoro dignitose per gli agenti. Un appello che, dopo l’ennesimo episodio di evasione, appare difficile da ignorare.
Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 19 Agosto 2025 - 16:13
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