L'ampolla con il sangue di San Gennaro sciolto
Napoli– Un silenzio carico di attesa, poi l’annuncio che scatena l’applauso dei fedeli: anche oggi, nel Duomo di Napoli, si è compiuto il prodigio.
Il sangue di San Gennaro, il patrono della città e della Campania, si è liquefatto nuovamente, sotto gli occhi commossi di una folla devota e alla presenza di alte cariche ecclesiastiche, tra cui il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin.
Sono le 17:52 quando monsignor Vincenzo De Gregorio, abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro, pronuncia le parole che tutti attendono: “Nel momento in cui è stata prelevata la teca con le reliquie del Santo, il sangue si è presentato completamente liquido”
. Un annuncio che conferma il ripetersi del mistero che da secoli lega la città al suo protettore. Subito dopo, la teca è stata portata al cardinale Parolin e all’arcivescovo emerito di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, che hanno baciato la reliquia. Quindi, l’arcivescovo Domenico Battaglia l’ha mostrata ai fedeli, accolto da un lungo e caloroso applauso.
L’esposizione straordinaria delle ampolle contenenti il sangue del Santo è avvenuta in occasione dell’apertura della Settimana Liturgica Nazionale. Normalmente, le reliquie vengono mostrate ai fedeli solo tre volte l’anno: il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre (festa del Santo Patrono) e il 16 dicembre.
Tuttavia, il miracolo può verificarsi anche in date eccezionali, specialmente in presenza di eventi ecclesiali importanti o visite illustri, come quella odierna.
La storia del prodigio affonda le radici nella notte dei secoli. La prima testimonianza documentata risale al 1389, come riportato nel Chronicon Siculum. Il 17 agosto di quell’anno, durante le celebrazioni per l’Assunta, le ampolle furono esposte in una solenne processione e, secondo la cronaca, il sangue “si sciolse come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo del santo”.
Quell’evento è considerato da molti la prima attestazione del miracolo, poiché la precedente Cronaca di Partenope del 1382, pur citando altri “miraculi” legati a San Gennaro, non menzionava ancora la reliquia del sangue.
Da allora, il fenomeno si è ripetuto innumerevoli volte, divenendo un simbolo potentissimo della fede napoletana e un evento atteso con trepidazione. La sua mancata liquefazione, in passato, è stata addirittura associata dalla tradizione popolare a eventi nefasti o calamità.
Oggi, come allora, quel sangue che torna liquido non è solo un evento religioso, ma un momento d’identità per un’intera città, che ancora una volta si è stretta attorno al suo Santo, tra fede, storia e un mistero che resiste al tempo.
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