Napoli – È tempesta sul Teatro San Carlo, il tempio della lirica napoletana, dove la nomina di Fulvio Adamo Macciardi a sovrintendente, decisa dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, ha scatenato un vero e proprio scontro istituzionale.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, presidente della Fondazione Teatro San Carlo, non ci sta e annuncia una controffensiva su tre fronti: un’azione legale davanti al giudice civile, un ricorso al TAR Lazio e la decisione di non convocare il Consiglio di Indirizzo fino a quando non saranno chiariti gli aspetti amministrativi della vicenda.
i tre “fronti di guerra” di Manfredi
Al centro della disputa, una nomina che Manfredi considera illegittima, frutto di una riunione “fantasma” del Consiglio di Indirizzo, sconvocata da lui stesso per un impegno a Roma ma tenuta ugualmente da tre consiglieri su cinque.La vicenda ha assunto i contorni di un thriller politico.
Tutto inizia il 4 agosto, quando il Consiglio di Indirizzo, composto da Maria Luisa Faraone Mennella, Giovanni Francesco Nicoletti e Riccardo Realfonzo (rappresentanti di Ministero della Cultura e Regione Campania), si riunisce nonostante l’annullamento della seduta da parte di Manfredi, impegnato a Palazzo Chigi per la Cabina di regia su Bagnoli.
I tre consiglieri, con un’inedita alleanza tra il centrodestra e il rappresentante del governatore Vincenzo De Luca, propongono all’unanimità Macciardi, 66enne milanese con un curriculum di peso: due mandati al Teatro Comunale di Bologna e presidente dell’ANFOLS, l’associazione delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane.
Il ministro Giuli, rompendo gli indugi, firma il decreto di nomina il 5 agosto, accendendo la miccia della polemica.Manfredi, però, non intende cedere. Nelle prossime ore, il sindaco impugnerà la delibera dei tre consiglieri davanti al giudice civile del Tribunale di Napoli, contestando la legittimità della loro decisione.
Una volta ricevuta la notifica del decreto ministeriale, che al momento non è ancora arrivata agli uffici del teatro San Carlo, Manfredi, insieme alla rappresentante della Città Metropolitana Maria Grazia Falciatore, al Comune di Napoli e alla stessa Città Metropolitana, presenterà ricorso al TAR Lazio per far annullare la nomina.
Infine, il primo cittadino ha deciso di non convocare il Consiglio di Indirizzo, come richiesto dai tre consiglieri, fino a quando l’Avvocatura dello Stato non avrà chiarito la situazione del Collegio dei Revisori, dichiarato scaduto dal Ministero della Cultura.La battaglia, però, non è solo amministrativa: è uno scontro politico che vede contrapposti Comune, Regione e Governo centrale.
Il governatore Vincenzo De Luca, in rotta con Manfredi, ha appoggiato la nomina di Macciardi, definendo “insostenibile” il protrarsi dell’incertezza al San Carlo: “Sono quattro mesi che il teatro è allo sbando, che altro bisognava aspettare?”.
Di segno opposto le reazioni di Pd e M5S, che gridano al “blitz” e accusano il Ministero di “sprezzo delle regole”. I revisori dei conti del San Carlo, dal canto loro, hanno scritto a Giuli sostenendo che la designazione di Macciardi “non ha valore giuridico”. Intanto, i sindacati, pur augurando buon lavoro a Macciardi, invocano dialogo per evitare che le polemiche danneggino l’immagine del teatro.
Il San Carlo, uno dei simboli culturali di Napoli e d’Europa, si trova così ostaggio di una guerra di potere che rischia di offuscarne il prestigio. Da un lato, la necessità di una guida stabile dopo l’addio di Stéphane Lissner; dall’altro, le accuse di forzature procedurali che alimentano un clima di tensione.
Macciardi, figura di esperienza nel mondo della lirica, attende di sapere se potrà davvero prendere le redini del teatro o se il suo destino sarà deciso nelle aule dei tribunali. Nel frattempo, Napoli assiste a un duello che va oltre la gestione di un’istituzione culturale, diventando il riflesso di un più ampio scontro tra poteri locali e nazionali. La parola, ora, passa ai giudici.
Articolo pubblicato da Federica Annunziata il giorno 6 Agosto 2025 - 18:47
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