Montecorvinoi Rovella- L’ha uccisa al termine dell’ennesima lite: lei aveva comunicato la sua intenzione definitiva di porre finire alla loro relazione. e lui in preda un raptus improvviso l’ha uccisa soffocandola con una pellicola per alimenti trovata sul corpo della vittima.
Un’altra donna uccisa, un altro femminicidio che scuote l’Italia. A Montecorvino Rovella, piccolo centro del salernitano. la vittima è Tina Sgarbini, 46 anni e madre di tre figli, e l’assassino è l’ex compagno, Christian Persico, 36 anni.
Dopo l’omicidio è andato anche al bar a far colazione poi è passato a casa dei genitori dove ha lasciato un biglietto con. scritto: “Ho fatto una cazzata”.
L’allarme e il biglietto d’addio
A dare l’allarme sono stati infatti i suoi familiari dopo aver ritrovato un biglietto di addio in cui il trentaseienne chiedeva scusa per il gesto compiuto. In paese si parla di gelosia e rancori mai superati, ma nulla può giustificare l’ennesima violenza che ha spento la vita di Tina, lasciando orfani i suoi tre figli di 26, 24 e 17 anni.
Dopo l’omicidio, l’uomo ha tentato la fuga. Sono scattate immediatamente le ricerche dei carabinieri della compagnia di Battipaglia, coordinate dal capitano Donato Recchi, con il supporto dei vigili del fuoco, unità cinofile ed elicotteri.
Il maltempo ha complicato le operazioni, ma dopo ore di battute serrate Persico è stato rintracciato: seduto su un muretto, con il volto tumefatto, ha atteso l’arrivo dei militari e si è consegnato senza opporre resistenza.
La fuga e le ricerche e il tentativo di suicidio
Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe vagato a lungo per il paese, osservato anche dalle telecamere di videosorveglianza. Poi avrebbe tentato di togliersi la vita lanciandosi da un ponte, un volo di undici metri che non gli è stato fatale. Ferito e senza via di fuga, ha infine deciso di arrendersi.
«Mia figlia lo aveva cacciato da casa, non lavorava e faceva i comodi suoi. Lei gli aveva detto di andarsene», ha raccontato il padre di Tina, Antonio Sgarbini. Una relazione iniziata nel 2016 e interrotta pochi mesi fa, segnata da tensioni crescenti e dalla decisione irrevocabile della donna di voltare pagina.
Il padre di Tina: “Mia figlia l’aveva cacciato da casa”
Il corpo di Tina è stato ritrovato senza segni di sangue, confermando l’ipotesi dello strangolamento. In paese, il giorno che doveva essere di festa si è trasformato in tragedia. Amiche e conoscenti hanno espresso dolore e rabbia per la morte di una donna molto benvoluta.
Il delitto di Montecorvino Rovella si aggiunge a una scia di sangue che, purtroppo, non conosce tregua in Italia. Nel 2025 i femminicidi continuano a segnare il Paese con un ritmo che impone riflessioni profonde e azioni concrete. La violenza di genere resta un’emergenza sociale: servono prevenzione, educazione al rispetto e strumenti efficaci di protezione per le donne che denunciano.
La comunità oggi piange Tina, ma insieme cresce la domanda di giustizia e di cambiamento: fermare i femminicidi non è solo un dovere delle istituzioni, ma una responsabilità collettiva.
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 24 Agosto 2025 - 10:28
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