Lukaku scrive la storia con il Napoli e Conte
Napoli – Romelu Lukaku non ha dubbi: la sua stagione al Napoli è stata una rivincita personale, e lo Scudetto conquistato in volata contro l’Inter è solo l’inizio. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, l’attaccante belga ripercorre l’annata trionfale, il rapporto con Antonio Conte e i progetti per il futuro.
"La gente aveva dubbi su di me, ma io sapevo che avremmo scritto una storia importante", racconta Lukaku. E il titolo vinto all’ultima giornata ha reso tutto ancora più epico. "Non era importante chi fosse l’avversario diretto – Inter, Milan o Juve – ma il percorso.
Quelle ultime tre settimane sono state un’altalena di emozioni, stress puro. Proprio per questo, alzare la coppa è stato ancora più bello".
Sul possibile arrivo di Kevin De Bruyne, Lukaku smorza i toni: "Ho fatto solo due chiamate, niente di più. Gli ho detto che qui c’è un progetto ambizioso e che questa squadra vuole dominare ancora. A lui piacciono le sfide, e questa sarebbe perfetta".
Il rapporto con Antonio Conte è uno dei segreti del suo rinascita. "Abbiamo la stessa mentalità: senza lavoro, non si va da nessuna parte", spiega. "Lui sa come farmi migliorare, mi dà gli stimoli giusti ogni giorno. È stato così all’Inter, e ora qui. Per me è un punto di riferimento, come lo sono stati Martinez, Koeman e Jacobs nel mio percorso".
Nonostante l’età, Lukaku non pensa al declino. "Migliorare è sempre possibile. A casa ho una palestra, studio i grandi – Messi, Ronaldo, Lewandowski – ma il mio modello è Benzema: ha vinto il Pallone d’Oro dopo i 32 anni. Bisogna avere la testa giusta, come dice LeBron James".
E sulla storica lite con Ibrahimovic? "Non serve riaprire quel capitolo. Rispetto la sua carriera: è stato un giocatore unico".
Una cosa è certa: con Lukaku e Conte, il Napoli sogna in grande. E dopo lo Scudetto, la fame non è ancora saziata.
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Lukaku ha fatto bene a Napoli ma io non so se la sua stagione sia stata cosi special, forse era solo un sussulto. La squadra deve continuare a lottare, e Conte è un buon allenatore.
Non sono d'accordo con chi dice che Lukaku è stato fondamentale, ci sono anche altri giocatori che hanno dato il loro contributo. La vittoria dello Scudetto è frutto di un lavoro di squadra.