Luigi Giuliano, conosciuto come ’o re ’e Forcella, è tornato nel cuore del suo quartiere dopo oltre vent’anni.
Ha terminato il programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia e, su disposizione dell’autorità giudiziaria, vivrà sotto regime di libertà vigilata. Gli agenti del commissariato Vicaria-Mercato lo terranno sotto stretta sorveglianza.
È uscito dalla località protetta in Molise, dove aveva vissuto negli ultimi anni, e ha fatto ritorno nel dedalo di vicoli che un tempo dominava con il suo clan.
L’ascesa del “Re di Forcella”
Classe 1949, Luigi Giuliano è stato uno dei capi storici della camorra napoletana. La sua parabola criminale iniziò negli anni Settanta, quando ereditò la guida del clan Giuliano, con base tra Forcella e i Tribunali, cuore antico e strategico della città. Carisma, ferocia e capacità di stringere alleanze lo imposero come uno dei boss più potenti della cosiddetta “vecchia camorra”.
A differenza di altri capi, Giuliano comprese presto l’importanza dei rapporti con la società civile e con lo sport, fino a sfiorare il mito: la sua amicizia con Diego Armando Maradona, agli anni del primo scudetto del Napoli, lo proiettò al centro di un immaginario popolare che mescolava calcio, idolatria e potere criminale.
Maradona era ospite nelle sue case, frequentava i suoi salotti, e in quel periodo la famiglia Giuliano si muoveva con una visibilità quasi ostentata.
Le alleanze e i conflitti
Negli anni Ottanta, Luigi Giuliano aderì alla Nuova Famiglia, il cartello che riuniva boss storici come Nuvoletta, Alfieri, Zaza, contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. La guerra di camorra insanguinò Napoli e la provincia, e i Giuliano furono protagonisti con la loro forza militare e il controllo economico su Forcella.
Con la caduta di Cutolo e l’indebolimento di altre famiglie, Giuliano consolidò il suo potere nel centro storico. Non mancarono scontri con i Mazzarella, famiglia rivale con base a San Giovanni a Teduccio.
Ma i rapporti di sangue finirono per rinsaldare le alleanze: il matrimonio della figlia Marianna con Michele Mazzarella, figlio del boss Vincenzo, suggellò un patto tra due storiche cosche.
Il pentimento e la rottura con il passato
Il 2002 fu l’anno della svolta. Luigi Giuliano decise di collaborare con la giustizia. La sua scelta fu seguita da diversi fratelli, decretando la fine del clan come potenza militare a Forcella. L’effetto domino del suo pentimento contribuì a sgretolare equilibri storici, aprendo nuovi scenari nel centro di Napoli.
Il “re di Forcella” raccontò magistrati e processi, rivelando alleanze, affari e retroscena della camorra di quegli anni. Una decisione che, per molti, segnò il vero spartiacque tra la vecchia e la nuova camorra.
La passione per la poesia e il ritorno
Dietro l’immagine del boss, c’è anche un volto diverso: Giuliano non ha mai nascosto la sua passione per la scrittura e per la poesia, con cui negli anni ha raccontato tormenti e riflessioni. Un lato inaspettato che lo ha accompagnato durante la lunga stagione della collaborazione.
Ora Luigi Giuliano, come anticipa stamane Cronache di Napoli, soprannominato anche ’o Lione o “occhi di ghiaccio” per lo sguardo freddo e impenetrabile, è tornato a Forcella. Non più come capo, ma come ex boss sotto controllo dello Stato. Il suo ritorno, inevitabilmente, riaccende memorie e fantasmi in un quartiere che per decenni ha vissuto all’ombra della sua famiglia.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 26 Agosto 2025 - 06:47
Commenti (1)
Il ritorno di Luigi Giuliano a Forcella è un evento che suscita molta curiosità. È interessante vedere come la sua figura rimane comunque influente nonostante gli anni passati. Spero che la sua presenza non porti a conflitti.