Napoli– Da mesi è uno dei luoghi più fotografati della città, simbolo recente di una rinascita sportiva e memoria vivente dell’epoca d’oro del calcio partenopeo.
Eppure, lo Stadio Diego Armando Maradona, che dopo lo Scudetto 2023 è divenuto tappa irrinunciabile per migliaia di visitatori, resta inaccessibile. Nessuna visita, nessun tour, nessun biglietto: solo cancelli chiusi, anche davanti ai turisti accompagnati dai tassisti, costretti a tornare indietro con un’amara delusione.
Una situazione che sta generando crescenti polemiche. A denunciarlo apertamente è stata l’Associazione Tassisti di Base, che ha inviato una lettera ufficiale ai capigruppo del Consiglio comunale.
“Ancora una volta – si legge – è stato vietato l’accesso ai turisti, nonostante il parere favorevole espresso dai consiglieri comunali. L’assessorato competente resta fermo, causando un danno economico alla cittadinanza e un danno d’immagine per i turisti che scelgono Fuorigrotta come meta, anche solo per scattare una foto”.
Le proteste non arrivano solo dalla base. Anche il consigliere comunale Luigi Carbone, primo firmatario dell’ordine del giorno approvato all’unanimità lo scorso 11 marzo, ha scritto al sindaco e all’assessore al turismo sollecitando un intervento immediato.
“Auspico – scrive – che si faccia tutto quanto necessario per addivenire in tempi rapidi ad una fascia oraria di accesso alle visite allo Stadio Maradona, anche mediante bigliettazione”. Una richiesta chiara, che punta anche a ridistribuire i flussi turistici, alleggerendo il centro storico e offrendo nuove occasioni di scoperta in quartieri spesso marginalizzati, come Fuorigrotta.
Un paradosso turistico in piena regola
In una città dove il turismo è ormai colonna portante dell’economia, tenere chiuso un polo attrattivo di tale portata appare assurdo. Il Maradona non è solo uno stadio: è un tempio del calcio, uno dei luoghi più iconici d’Italia e d’Europa, legato indissolubilmente alla leggenda di Diego Armando Maradona. Dopo la vittoria del campionato, l’interesse dei turisti – italiani e stranieri – è cresciuto esponenzialmente, ma chi arriva si trova davanti a una porta chiusa, fisica e simbolica.
L’immobilismo dell’assessorato
A oggi, nessuna risposta concreta è arrivata dall’assessorato competente, che continua a rinviare ogni decisione. Non è bastato un ordine del giorno votato da tutto il Consiglio. Né le continue segnalazioni di tassisti, guide turistiche, residenti e addetti ai lavori.
“È tempo di dare risposte a chi lavora nel e per il turismo”, scrive l’associazione dei tassisti, ribadendo il legame tra le infrastrutture della città e il rilancio economico dei territori.
Un’occasione persa?
Con la stagione turistica in pieno svolgimento, Napoli rischia di perdere un’occasione irripetibile: trasformare il Maradona in un punto di riferimento stabile per visite, eventi e narrazione della storia sportiva e sociale della città.
Un progetto che avrebbe anche un ritorno economico immediato, come già avviene in tante altre città europee: basta pensare al Camp Nou di Barcellona, al Bernabéu di Madrid o all’Allianz Arena di Monaco di Baviera.
Il silenzio che pesa
Il rischio, ora, è che a pagare siano i cittadini e i piccoli operatori. Tassisti, guide, B&B, ristoratori, commercianti dell’area flegrea: tutti chiedono una visione strategica che metta il Maradona al centro del rilancio di Fuorigrotta. Ma il tempo passa e l’amministrazione tace.
In attesa di un tavolo tecnico promesso ma mai convocato, la città resta a guardare, mentre i turisti guardano da lontano uno stadio che dovrebbe, invece, accoglierli.
Se Napoli vuole davvero giocare da protagonista nella partita del turismo internazionale, non può più permettersi di tenere in panchina uno dei suoi simboli più forti. Lo Stadio Maradona merita di essere vissuto, raccontato e valorizzato. Aprirlo è un dovere. Farlo subito, una priorità.
Articolo pubblicato da Gustavo Gentile il giorno 8 Agosto 2025 - 17:41
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