
È un disastro che supera, per estensione e gravità, quello che nel 2017 devastò la Valle dell’Inferno e ampie zone di vegetazione alle pendici del Vesuvio.
Otto anni dopo, qualcuno ha deciso di colpire di nuovo il cuore del Parco Nazionale con quello che, a tutti gli effetti, appare come un attentato all’ecosistema.
Ma non è solo la mano criminale a finire sotto accusa: a pesare, secondo molti, è anche una clamorosa sottovalutazione dell’emergenza da parte delle autorità.
Quattro giorni senza controllo
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Il sindaco, costretto a intervenire già mercoledì, ha emesso un’ordinanza per invitare i cittadini alla massima prudenza. Troppo tardi, per molti: il gruppo ambientalista Terzigno Verde ricorda che “i focolai sono iniziati a luglio” e che “da settimane denunciamo il rischio di un incendio di vaste proporzioni”.
Evacuazioni spontanee e decisioni al rallentatore
Oggi pomeriggio, complice il vento, le lingue di fuoco hanno ripreso forza, avanzando rapidamente verso le abitazioni. Diversi residenti della zona della pineta, vicino allo stadio comunale, hanno scelto di lasciare autonomamente le proprie case, senza attendere un ordine ufficiale di evacuazione che — temono — potrebbe arrivare troppo tardi.
La lentezza nel prendere decisioni è già oggetto di dure critiche, con molti che parlano di “inerzia istituzionale” in un contesto in cui ogni minuto conta.
Un secondo fronte di fuoco
Come se non bastasse, un nuovo focolaio è divampato in via Vecchia Campitelli, a ridosso dello stadio comunale. Qui, come nella pineta, le fiamme sono visibili a chilometri di distanza e la colonna di fumo si alza altissima, soffocando l’aria e rendendo difficile la vita quotidiana in tutta la zona.
Commenti (1)
E’ veramente triste vedere come la situazzione del parco è peggiorata, le autorità devono prendere misure più rapide. Questi incendi stanno distruggendo l’ecosistema, e noi non possiamo rimanere in silenzio. Servono azioni immediate!