Guardiola onora Falcone e Borsellino a Palermo
Palermo-Monte Pellegrino. Stamattina Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, ha fatto qualcosa che nel calcio moderno suona quasi rivoluzionario: ha scelto di mandare un messaggio. Non una sponsorizzazione, non un hashtag di circostanza, ma un atto simbolico forte.
In visita al Santuario di Santa Rosalia, Guardiola ha indossato una maglia con i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, accompagnati dalla frase: “Le loro idee cammineranno sulle nostre gambe”.
Un’immagine che ha immediatamente fatto il giro della città e che ha colpito profondamente anche Manfredi Borsellino, figlio del magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992:“È una cosa bella, mi sorprende. So che a Palermo i giovani seguono il calcio e questo può essere un veicolo importante per trasmettere valori”.
Il gesto di Guardiola non è solo una cortesia verso la città che oggi lo ospita per la sfida amichevole Palermo–Manchester City, valida per l’Anglo-Palermitan Trophy. È un’eccezione in un panorama calcistico in cui i grandi nomi, troppo spesso, tacciono di fronte ai problemi sociali e politici.
Troppo rischioso esporsi, troppo comodo rifugiarsi nella neutralità. Così, mentre guerre, ingiustizie e criminalità organizzata continuano a segnare la vita reale, il pallone rimane avvolto nella sua bolla dorata, dove le dichiarazioni “forti” si limitano a elogi arbitrali o sfoghi sul calendario delle partite.
Guardiola, invece, ha scelto di usare la sua immagine e il suo momento di visibilità per ricordare due uomini che hanno pagato con la vita la loro lotta alla mafia. Un allenatore straniero, in una terra che conosce bene il significato di quel sacrificio, ha deciso di schierarsi – almeno simbolicamente – dalla parte della memoria e della legalità.
Non è un atto politico in senso stretto, ma è certamente un atto di coscienza.
E, soprattutto, è la prova che il calcio potrebbe essere molto di più di un gioco milionario: potrebbe diventare un megafono per valori universali.
Forse domani si parlerà più del risultato della partita che della maglia indossata sul Monte Pellegrino. Ma l’immagine di Guardiola con i volti di Falcone e Borsellino resta.
E in un mondo del calcio che spesso non ha nulla da dire sul mondo reale, questo silenzio interrotto vale più di mille slogan.
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