E’ vittima di una faida familiare che dura da anni il 35enne Alfonso Cesarano ucciso ieri pomeriggio alla periferia di Gragnano.
“il mio carattere è un po come quello dei lupi, se non vengo attaccato, non sbrano”, aveva postato sul suo profilo Tik Tok qualche tempo fa.
L’uomo che era agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico ma con il permesso di uscire per lavoro è stato ucciso sotto casa mentre rientrava. Era in sella a uno scooter che è stato affiancato da un altro scooter con i sicari in sella.
Un’azione pianificata e portata a termine da una mano esperta di armi: cinque colpi tutti andati a segno e al bersaglio grosso che non gli hanno lasciato scampo. La vittima aveva un curriculum criminale di tutto rispetto. Intanto era il “compariello” di Fabio Di Martino, uno dei figli del boss Leonardo Di Martino o’ lione uno dei più potenti narcos dei Monti Lattari.
Gli investigatori, sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Castellammare, coordinati dalla Dda di Napoli, stanno rileggendo tutti gli ultimi episodi criminali degli ultimi anni accaduti sui Monti Lattari.
E in alcuni dei quali la vittima di ieri pomeriggio risulta essere coinvolto. Una serie di omicidi, agguati, attentati in uno dei quali era stato anche ucciso il cane di uno dei narcos della zona. Cosa questa avvenuta davanti a un bambino.
A dicembre del 2023 Alfonso Cesarno, era uscito miracolosamente illeso da un agguato: la sua auto era stata colpita da una sventagliata di proiettili. Alcuni mesi dopo si era vendicato tentato di uccidere a fucilate i suoi vicini.
Personaggi di spessore sempre nel mondo della criminalità dei Monti Lattari ovvero il noto pregiudicato Michele Comentale di 42 anni e suo nipote Matteo di 32.
Michele Comentale, con molti precedenti nel campo della coltivazione della canapa indiana nel territorio di Lettere, era stato raggiunto dagli spari all’addome. Illeso il fratello 35enne, terzo uomo a bordo, incensurato. L’altro, il nipote Matteo pure lui incensurato, era stato ferito a un braccio.
Per quello episodio Alfonso cesarno fu arrestato e poi posto agli arresti domicliari con il permesso di lavorare nel pastificio a Gragnano che aveva creato il padre detto Tonino “pasta fresca” morto investito alcuni anni fa a poca distanza dove ieri pomeriggio c’è stato l’omicidio
Gli investigatori sembrano non avere dubbi sul movente, e hanno interrogato a lungo la compagna della vittima, hanno setacciato la messaggistica del suo telefonino ma soprattutto hanno visionsato alungo le immagini delle telecamere pubbliche presenti proprio lungo la possivile via di fuga dei killer autori dell’agguato.
Dietro l’agguato lo scontro tra i narcos dei Monti Lattari
Alfonso Cesarano, aveva anche la passione per i cavalli. Sui suoi profili social ci sono molte foto e immagini che lo ritraggono in giro sui Monti Lattari a controllare le piantagioni di cannabis presenti nei terrazzamenti montani della zona.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 30 Agosto 2025 - 08:39
Commenti (1)
E’ triste vedere come la violenza continua a dominare le vite di molte persone, specialmente in certe aree. Anche se Alfonso aveva una vita difficile, non si puo giustificare mai un omicidio. Speriamo che le autorità facciano il loro dovere per fermare questa spirale di violenza.