Un grido di dolore e rabbia si è levato dall’altare della Basilica di Santa Maria a Pugliano, a Ercolano, all’alba della festa dell’Assunta. Monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e figlio di questa terra, ha parlato davanti ai fedeli e alle autorità di uno scempio che si ripete, paragonando il rogo dei giorni scorsi a quello devastante di otto anni fa.
“Criminali! Disonesti!”, ha tuonato, indicando con “ragionevole certezza” la matrice dolosa dell’incendio che ha ferito il Vesuvio. Ha ringraziato le forze impegnate nello spegnimento e ammonito la politica, accusando leggi e strumenti di essere ancora troppo deboli per fermare simili tragedie. Per Di Donna, non si tratta soltanto di un reato, ma di un “peccato gravissimo contro il Creato”: la terra non è nostra, ha ricordato, è di Dio, e chi la devasta lascia in eredità alle nuove generazioni un deserto.
Il Vesuvio, ha sottolineato, non è solo un vulcano o una cartolina, ma una risorsa vitale, difesa naturale da frane e alluvioni, patrimonio di cultura e storia. “Facile distruggere un albero in pochi attimi, ma quanti anni ci vogliono per farlo ricrescere?”, ha chiesto, domandandosi quali oscuri interessi si nascondano dietro questo e altri incendi che in queste settimane stanno consumando il territorio.
Articolo pubblicato da Vincenzo Scarpa il giorno 14 Agosto 2025 - 12:25
Lascia un commento