Mistero e rabbia per la morte del dj Godzi
C’è una nuova, delicata svolta nel caso della morte di Michele Noschese, in arte dj Godzi, il giovane artista napoletano deceduto lo scorso 19 luglio a Ibiza in circostanze ancora tutte da chiarire.
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio preterintenzionale, ipotizzando che l’intervento della polizia spagnola possa essere stato sproporzionato e, quindi, causalmente legato al decesso del ragazzo.
L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Francesco Basentini, che ha disposto il sequestro della salma al momento del rientro in Italia, avvenuto nelle ultime ore. Un passaggio investigativo fondamentale, che consente ora alla magistratura italiana di eseguire ulteriori accertamenti autonomi e indipendenti rispetto a quelli già effettuati dalle autorità spagnole.
L’inchiesta, attualmente contro ignoti, punta a ricostruire cosa sia realmente accaduto nelle ore precedenti alla morte del 31enne, noto per le sue performance nei locali più esclusivi dell’isola delle Baleari. S
econdo quanto trapelato, l’attenzione degli inquirenti si concentra proprio sull’intervento delle forze dell’ordine iberiche, avvenuto in circostanze che potrebbero aver determinato – anche senza intenzione – un’escalation di violenza fatale.
A supportare questa ipotesi ci sarebbero testimonianze raccolte e primi accertamenti clinici, come la TAC effettuata nei giorni successivi al decesso, i cui esiti sono ancora al vaglio degli investigatori.
Nel frattempo, anche la Squadra Mobile di Napoli si è attivata su delega della Procura romana. Gli agenti hanno già ascoltato Giuseppe Noschese, padre del giovane artista, per acquisire elementi utili all’indagine e comprendere meglio lo stato di salute del figlio prima della partenza per Ibiza, oltre ad eventuali problematiche o incontri sospetti nei giorni trascorsi sull’isola.
La famiglia Noschese è rappresentata dagli avvocati Vanni Cerino e Fabrizio D’Urso, che da subito hanno sollecitato chiarezza e giustizia sulla vicenda. “Vogliamo sapere cosa è successo, vogliamo la verità su Michele”, è il messaggio che i familiari stanno facendo arrivare con forza alle autorità italiane.
La vicenda, che ha scosso non solo Napoli ma anche il mondo della musica elettronica, resta avvolta da molte ombre. Ora l’Italia vuole vederci chiaro, e l’ipotesi dell’omicidio preterintenzionale segna un cambio di passo importante nell’indagine.
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