Castel Volturno – Un altro duro colpo al clan dei Casalesi scuote la costa domizia. La Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto hanno posto sotto sequestro il lido Nettuno, storico stabilimento balneare di Castel Volturno, gestito dai cugini del boss Michele Zagaria, Guido e Raffaele Zagaria.
L’operazione, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni con i sostituti Stefania Pontillo e Luisa Turco, ha svelato un intreccio di illegalità che coinvolge camorra, estorsione e gestione opaca di un’attività imprenditoriale durata anni sotto gli occhi delle istituzioni.
Al centro della vicenda ci sono Guido Zagaria, detenuto dal 2023 con una condanna definitiva a dieci anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, e suo fratello Raffaele, già destinatario di un sequestro di beni, tra cui lo stesso lido Nettuno e altri due stabilimenti balneari.
I due, cugini del capoclan Michele Zagaria, gestivano la società Lido Nettuno srl, che ora si trova al centro di un’indagine per violazioni del Codice z. La concessione demaniale per il lido, infatti, era decaduta già nel 2015, quando Guido Zagaria era stato sottoposto alla misura di sorveglianza speciale disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Nonostante ciò, lo stabilimento ha continuato a operare senza che le autorità locali intervenissero.L’operazione ha preso una piega ancora più inquietante quando gli agenti della Compagnia di Mondragone e della Capitaneria di Porto sono arrivati per notificare il decreto di sequestro.
Sul posto, a gestire il lido, c’era Pietro Fontana, cognato di Guido Zagaria, con un passato segnato da una condanna definitiva per reati di camorra, resa irrevocabile dalla Corte di Appello di Napoli nel 2004. Accanto a lui, Domenico Zagaria, figlio di Guido, che ha ammesso di lavorare nello stabilimento “in nero”, insieme ad altri due dipendenti privi di contratto.
Un quadro di illegalità diffusa, che spaziava dalla gestione mafiosa alla totale assenza di regolarità amministrativa.Le indagini hanno inoltre rivelato che la società Lido Nettuno srl non presentava bilanci dal 2005, un’anomalia che non aveva mai destato l’attenzione delle autorità competenti.
A marzo 2025, Raffaele Zagaria aveva persino presentato al Comune di Castel Volturno una richiesta di adesione a un piano di rientro per ottenere una proroga della concessione, un tentativo che evidenzia la sfacciataggine con cui il clan ha continuato a operare.
Il sindaco Pasquale Marrandino, dal canto suo, ha dichiarato che il Comune aveva avviato a inizio anno la procedura per revocare la concessione, ma solo dopo aver chiesto senza successo ai fratelli Zagaria i certificati dei carichi penali pendenti.
Il sequestro del lido Nettuno non è solo un’azione giudiziaria, ma un segnale forte contro l’infiltrazione della camorra nelle attività economiche del litorale domizio, un’area da anni segnata dalla presenza dei Casalesi.
La chiusura dello stabilimento, con l’apposizione dei sigilli, rappresenta un passo avanti nella lotta per la legalità, ma solleva interrogativi sull’inerzia delle istituzioni locali, che per anni hanno permesso a un’attività gestita da esponenti di spicco della criminalità organizzata di prosperare indisturbata.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere continua a indagare, mentre la comunità di Castel Volturno attende risposte concrete per un futuro libero dal giogo della camorra.
Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 6 Agosto 2025 - 15:58
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