Raul Esteban Calderon non è un nome qualunque nei corridoi della DDA di Roma. Lo considerano l’esecutore materiale di tre omicidi eccellenti: quello di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik degli ultrà laziali, l’uccisione di Shaehaj Selavdi e il duplice tentato omicidio ai danni dei fratelli Costantino.
Due ergastoli già inflitti in primo grado per i primi due delitti, 12 anni di carcere confermati in appello per l’agguato del 2021. Ma ora la partita si sposta in Cassazione, e il presunto killer ha deciso di rafforzare la sua squadra legale.
Accanto all’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, che lo segue da tempo, entra in scena Dario Vannetiello, un avvocato noto nel mondo dei ricorsi in Cassazione.
La posta in gioco è altissima, perché le prove a carico di Calderon sono quelle che fanno tremare i polsi: non solo le classiche intercettazioni e i filmati di sorveglianza, ma soprattutto quelle chat criptate su Sky-ECC e EncroChat dove – secondo gli investigatori – coordinava gli omicidi con Giuseppe Molisso, il presunto mandante.
Proprio qui sta il punto cruciale: la difesa vuole far saltare il banco sostenendo che queste conversazioni non sono utilizzabili in processo. Se la Cassazione gli desse ragione, sarebbe un terremoto per decine di inchieste in tutta Italia, da Nord a Sud. Perché quei sistemi di messaggistica criptata sono finiti nel mirino di procure e polizie di mezza Europa, Belgio e Olanda in testa.
Insomma, non si tratta solo del destino di Calderon. Quella che doveva essere una normale udienza in Cassazione potrebbe trasformarsi in una sentenza storica, capace di riscrivere le regole della caccia alle mafie nell’era digitale.
Intanto, l’ex presunto killer aspetta in carcere, mentre i suoi avvocati preparano l’assalto finale alla Suprema Corte. L’ultimo round di una battaglia giudiziaria che vale una vita intera – anzi, tre.
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 18 Agosto 2025 - 20:00
Commenti (1)
Sento che la situazione di Raul Esteban Calderon è molto complessa e difficile. È importante però ricordare che tutti hanno diritto a una difesa adeguata e giusta. Le prove devono essere esaminate con attenzione per garantire un processo equo.