Cosenza -«Tornerò al mare in Calabria e continuerò a mangiare i friarielli». Con il sorriso di chi ha scampato il peggio, Gaia Vitiello, 24 anni, studentessa dell’Orientale di Napoli, ricorda i giorni difficili passati all’ospedale Annunziata di Cosenza.
Le vacanze a Diamante, sul Tirreno cosentino, si erano trasformate in un incubo dopo un panino comprato a un food truck sul lungomare. Era il 5 agosto: tra gli amici, lei fu l’unica a scegliere quello con i broccoli. Poche ore dopo, i primi disturbi: diarrea, poi i sintomi sempre più gravi.
«Pensavo a un’indigestione – racconta – ma mia sorella ha insistito per portarmi in ospedale. Prima a Belvedere, poi il trasferimento a Cosenza. Lì la situazione è precipitata».
I giorni in ospedale
Gaia è stata una dei 28 pazienti ricoverati dall’inizio di agosto per sospetta intossicazione da botulino. Le sue condizioni erano tra le più critiche: ricovero in terapia intensiva per cinque giorni, la somministrazione del siero, poi il lento recupero.
«Non dimenticherò mai l’attenzione e la dedizione del personale – dice – mi hanno salvato la vita.Potrebbe interessarti
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Ieri mattina, in segno di riconoscenza, l’Azienda ospedaliera di Cosenza le ha consegnato un “passaporto” simbolico come ambasciatrice dei valori dell’ospedale. «Non l’abbiamo mai vista piangere nei momenti più critici, l’abbiamo vista piangere oggi», hanno detto i medici dell’Annunziata.
Una vicenda con vittime
Il caso di Gaia ha avuto un lieto fine, ma non tutti i pazienti hanno avuto la stessa fortuna. Due persone, infatti, sono morte dopo aver consumato lo stesso tipo di panino contaminato. «Il mio pensiero va a loro – dice commossa – spero che la giustizia faccia il suo corso».
Le indagini della magistratura sono ancora in corso per ricostruire come sia stato possibile che un alimento venduto in strada si trasformasse in un veicolo letale.
Il sorriso dopo la paura
Ora Gaia guarda avanti: «Ho perso tutta l’abbronzatura, ma voglio tornare al mare». Tra i corridoi dell’università e i viaggi in Indonesia, dove studia spesso per motivi accademici, la giovane napoletana non ha perso l’ironia: «Sono stata in Asia e non ho preso nulla, poi torno in Calabria, mangio dei broccoli e…».
E mentre ringrazia i medici e la sorella che l’ha convinta a non sottovalutare i sintomi, la studentessa lancia una promessa: «Non smetterò di mangiare i friarielli, magari quelli della nonna».
Commenti (1)
Leggendo questa storia mi fa pensare a quanto sia importante prestare attenzione a quello che mangiamo, anche quando sembra tutto normale. La salute è fondamentale e una disattenzione può causare problemi gravi. Speriamo che situazioni come queste non si ripetano.