Furto da un milione di euro a Bologna
Bologna – Si sono presentati come carabinieri, con tanto di divisa e fare rassicurante, e sono riusciti a entrare nella casa di un’anziana signora con una scusa ben studiata.
Lì, con abilità e sangue freddo, hanno messo a segno quello che potrebbe essere definito il colpo della vita: un furto da un milione di euro in gioielli e preziosi.
Ma la fuga dei due truffatori è durata poco. Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato – squadra mobile di Bologna, sezione reati contro il patrimonio – ha arrestato due uomini italiani, di 39 e 30 anni, con l’accusa di furto aggravato con raggiro ai danni di persona anziana.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tutto è iniziato con una messinscena orchestrata nei minimi dettagli. La vittima, al rientro nella propria abitazione, si è trovata di fronte due uomini: uno indossava una casacca con la scritta “Carabinieri”.
Le hanno detto che la sua casa era stata derubata e che i presunti responsabili erano già stati arrestati. Per completare i controlli, le hanno chiesto di mostrare eventuali beni di valore, inducendola così ad aprire un caveau in cui conservava i suoi gioielli più preziosi. A quel punto, con una mossa fulminea, i due si sono dileguati con un bottino da capogiro. Solo allora la donna ha compreso di essere stata ingannata.
Grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza nella zona, gli investigatori sono riusciti a risalire a una moto di grossa cilindrata, utilizzata dai truffatori, con targhe contraffatte. Seguendo le tracce lasciate dai mezzi, la polizia ha individuato un’area di sosta in cui erano parcheggiati due camper di grandi dimensioni – uno con targa italiana e uno francese – riconducibili a due famiglie di etnia sinti residenti tra le province di Vercelli e Torino.
Lì è emerso un particolare fondamentale: i due arrestati utilizzavano i motorhome come basi mobili, viaggiando in tutto il Nord Italia. All’interno trasportavano le moto con cui perlustravano le città alla ricerca di vittime vulnerabili, prevalentemente anziani. Le “battute” duravano anche ore
. Al termine delle azioni, i motocicli venivano nascosti lontano dai camper per non destare sospetti. Solo prima di lasciare la zona, i mezzi venivano caricati a bordo per gli spostamenti verso nuove destinazioni.
Il cerchio si è chiuso pochi giorni fa in provincia di Rimini. I due sono stati individuati a bordo dei camper e fermati. Durante le perquisizioni, la polizia ha sequestrato strumenti da scasso, abiti compatibili con quelli usati nel colpo, contanti, gioielli di dubbia provenienza e una motocicletta di grossa cilindrata. Gli arrestati sono stati trasferiti nelle carceri di Rimini e Ravenna, a disposizione della magistratura.
L’episodio è solo l’ennesimo segnale di un fenomeno criminale sempre più diffuso e allarmante: le truffe agli anziani. Un reato odioso, che fa leva sulla fiducia e sulla fragilità delle persone più vulnerabili.
Le forze dell’ordine invitano alla massima attenzione e a non aprire mai la porta a sconosciuti, anche se vestiti da appartenenti alle forze di polizia, senza prima verificarne l’identità tramite i numeri ufficiali. In caso di dubbi, denunciare immediatamente può fare la differenza tra essere vittime o evitare la trappola.
Nel caso specifico, la freddezza dei truffatori, la scelta della vittima, la messinscena credibile e il bottino eccezionale rendono il caso emblematico della nuova criminalità itinerante, organizzata e spietata. Ma anche la risposta dello Stato è stata rapida ed efficace.
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