Roma – Il virus West Nile continua a preoccupare l’Italia, con un bilancio che si aggrava giorno dopo giorno: sono otto le vittime registrate dall’inizio dell’anno, l’ultima un 72enne deceduto oggi a Caserta.
Le infezioni stimate a livello nazionale raggiungono quota 10 mila, per la maggior parte asintomatiche, mentre il picco dei casi è atteso dopo Ferragosto. La diffusione del virus, trasmesso dalle zanzare Culex, tiene alta l’attenzione delle autorità sanitarie, che rafforzano i controlli sulle donazioni di sangue e attivano reti di monitoraggio per contenere i rischi.
Otto decessi e casi in aumento
L’ultimo decesso è avvenuto nell’ospedale di Caserta, dove un uomo di 72 anni di Maddaloni, con patologie pregresse, non ce l’ha fatta. Si tratta della quarta vittima in Campania, regione che insieme al Lazio registra la maggior parte dei contagi.
L’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, relativo alla settimana scorsa, contava 31 casi confermati, ma il numero è cresciuto rapidamente. Solo oggi, due nuovi contagi sono stati segnalati in Lombardia – una 38enne a Milano e una 66enne a Pavia, quest’ultima ricoverata – e altri due in Campania, uno dei quali in gravi condizioni. A L’Aquila è sotto osservazione un caso sospetto.
Infezioni stimate: 10 mila, ma il virus è imprevedibile
Secondo Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Irccs Ospedale Sacrocuore Don Calabria di Negrar, le infezioni da West Nile in Italia potrebbero essere almeno 10 mila, calcolate in base agli otto decessi registrati.
“La maggior parte è asintomatica, ma il virus è imprevedibile sia per le persone che colpisce sia per il suo andamento”, avverte Gobbi. Antonello Maruotti, professore di Statistica alla Lumsa, prevede un aumento dei casi nelle prossime settimane: “La curva cresce da metà luglio, con un picco tra la seconda e la terza settimana di agosto, seguito da una rapida discesa”.
Tuttavia, l’esperto sottolinea che un incremento delle infezioni potrebbe portare a più casi gravi di neuro-encefalite e a un ulteriore aumento dei decessi.
Controlli rafforzati sulle donazioni di sangue
Per garantire la sicurezza delle trasfusioni, nelle province dove il virus è presente le sacche di sangue vengono sottoposte a test specifici. Nelle aree non colpite, i donatori che hanno soggiornato in zone a rischio devono astenersi per 28 giorni, a meno che non sia previsto il test.
La Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha attivato una rete di ospedali sentinella per monitorare la diffusione del virus, un sistema già collaudato durante la pandemia da Covid-19. “È un’azione concreta per una sorveglianza precoce e coordinata, in collaborazione con le autorità sanitarie”, spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso.
Le istituzioni: “Situazione sotto controllo, ma serve vigilanza”
Nonostante l’allarme, le istituzioni invitano alla calma. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha dichiarato: “Non c’è emergenza, ma preoccupa l’incapacità dei dirigenti del ministero della Salute”.
Simile il messaggio di Mario Melazzini, direttore generale del Welfare lombardo: “La situazione è sotto controllo, i cittadini possono stare tranquilli”. Tuttavia, il rapido aumento dei casi impone una vigilanza costante. Campania e Lazio restano le regioni più colpite, con Maddaloni, nel Casertano, particolarmente segnata, avendo registrato due delle quattro vittime campane.
Prevenzione e monitoraggio al centro
La sorveglianza resta cruciale per limitare l’impatto del virus. Le autorità sanitarie raccomandano misure di prevenzione, come l’uso di repellenti e la rimozione di ristagni d’acqua, habitat ideale per le zanzare Culex. Il rafforzamento dei controlli e l’attivazione delle reti di monitoraggio testimoniano l’impegno per evitare un’escalation, ma l’imprevedibilità del West Nile richiede massima attenzione.
Con otto vittime e migliaia di infezioni stimate, il virus West Nile rappresenta una sfida sanitaria che l’Italia affronta con un mix di preoccupazione e determinazione. Il picco atteso dopo Ferragosto e l’imprevedibilità del virus impongono un’azione coordinata tra istituzioni, ospedali e cittadini.
Mentre le regioni più colpite, Campania e Lazio, restano sotto osservazione, il monitoraggio capillare e i controlli sul sangue donato sono passi fondamentali per proteggere la popolazione e scongiurare ulteriori tragedie.
Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 30 Luglio 2025 - 20:09

Collaboratore di lunga data di Cronache della Campania
Da sempre attento osservatore della società e degli eventi.
Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni.
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