Nella foto Sergio Assisi
Di recente l’attore e regista Sergio Assisi ha pubblicato nelle sue Instagram Stories un messaggio chiaro e diretto: è stanco di ricevere domande riguardanti la sua interpretazione nella serie Capri e invita i fan a «voltare pagina», proponendo temi di conversazione differenti.
Questo episodio mette in luce un fenomeno comune tra gli attori che, legati per anni a un personaggio di grande successo, rischiano di essere permanentemente identificati con quel ruolo, a discapito della loro versatilità artistica. Il caso più celebre in Italia è quello di Luca Zingaretti, la cui immagine di Salvo Montalbano resta così forte da oscurare agli occhi del pubblico ogni sua altra interpretazione.
Nella serata del 28 giugno 2025, attraverso una serie di Stories sul suo profilo ufficiale, @sergioassisi, l’attore ha espresso un evidente fastidio per le continue domande sulla sua esperienza in Capri, la fiction Rai di cui è stato protagonista tra il 2006 e il 2008. In un breve video, Assisi ha dichiarato:
«Capisco l’affetto e la curiosità per Capri, ma gli anni passano, ho fatto tanti altri progetti. Per favore, cambiamo argomento: chiedetemi altro!» (instagram.com)
Subito dopo, ha invitato i follower a proporgli domande su film, teatro, progetti futuri o passioni personali, chiedendo a gran voce di “voltare pagina” e guardare oltre il personaggio di Umberto del Galiano.
La serie televisiva Capri, prodotta da Rai Fiction e trasmessa su Rai Uno, ha avuto enorme successo grazie anche al cast – dove figura Sergio Assisi nel ruolo di Umberto del Galiano – e agli splendidi scenari dell’isola campana . La notorietà acquisita ha però generato un forte legame tra l’attore e il suo personaggio, tanto che, a distanza di anni, molti fan continuano a identificare Assisi unicamente con quel ruolo.
Il fenomeno per cui un attore viene vincolato nell’immaginario collettivo a un solo tipo di ruolo è noto come “typecasting” . Sebbene possa garantire notorietà e proposte di lavoro simili, spesso limita le opportunità creative e induce gli artisti a dover combattere per dimostrare le proprie capacità in altri contesti.
Un esempio emblematico di questo meccanismo è Luca Zingaretti, il cui volto è diventato indissolubilmente legato a quello del Commissario Montalbano fin dal 1999 .
In più interviste lo stesso Zingaretti ha confessato di sentirsi “intrappolato” dall’immagine del personaggio e di dover continuamente sottolineare la propria identità di attore al di fuori della celebre fiction
L’invito ironico di Sergio Assisi ai suoi fan a “voltare pagina” è un richiamo importante sull’equilibrio tra successo televisivo e crescita artistica. Superare il pregiudizio del typecasting significa riconoscere la poliedricità degli attori e apprezzarli non soltanto per il ruolo che li ha resi famosi, ma anche per tutte le sfaccettature della loro carriera, dal teatro al cinema, dalla regia alla scrittura.
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E vero che gli attori a volte sono intrappolati nei loro ruoli, ma forse dovrebbero anche accettare che il pubblico li veda così. Sergio Assisi sembra un po' stanco di questa situazione, ma è parte del lavoro.