Pompei – Un tassello di storia e arte è tornato a casa. Il Parco Archeologico di Pompei ha riacquisito un prezioso mosaico raffigurante una coppia di amanti, rimpatriato dalla Germania grazie all’instancabile lavoro del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) e con il supporto del Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.
La storia del mosaico è singolare: era stato donato a un cittadino tedesco da un Capitano della Wehrmacht, addetto alla catena dei rifornimenti militari in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un reperto quindi riconducibile a quelle vicende di depredazione bellica che hanno visto numerose opere d’arte italiane sottratte al loro contesto originario.
Gli eredi dell’ultimo possessore tedesco, dimostrando un lodevole senso etico, sono riusciti a mettersi in contatto con il Nucleo TPC di Roma, chiedendo indicazioni sulle modalità di restituzione del mosaico allo Stato Italiano.
Dopo una serie di accertamenti sul manufatto e la sua provenienza, i militari del Comando Specializzato si sono adoperati per il rimpatrio, avvenuto il 16 settembre 2023.
La scena erotica e la sua destinazione originale
Si tratta di un pannello a mosaico con una scena erotica, probabilmente proveniente dall’area vesuviana. Secondo gli esperti, potrebbe aver decorato la pavimentazione di una camera da letto all’interno di una domus o di una villa.
Grazie alla collaborazione dell’Ufficio Tutela Beni Archeologici del Parco Archeologico di Pompei, è stato possibile ricondurre, seppure in modo ipotetico data l’assenza di dati certi sul contesto di rinvenimento originale, il reperto al territorio vesuviano.
Nelle more di ulteriori analisi e studi archeometrici per accertarne l’autenticità e ricostruire la sua storia, il pannello sarà esposto temporaneamente all’Antiquarium di Pompei. Questa scelta consentirà non solo la sua conservazione e tutela, ma anche la pubblica fruizione, rendendo accessibile un pezzo di storia che per decenni è stato lontano dal suo contesto.
“La riconsegna odierna conferma ancora una volta il grande impegno che il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale profonda nella riacquisizione del patrimonio culturale nazionale impropriamente presente all’estero,” ha dichiarato il Generale di Divisione Francesco Gargaro, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, presente alla consegna. “Questo lavoro viene svolto quotidianamente grazie a una fitta rete di relazioni internazionali, consolidate negli anni, che ci consentono di poter operare con precisione e rapidità.”
Anche il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha espresso la sua gratitudine: “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude, per cui esprimiamo la nostra gratitudine al Nucleo tutela per il lavoro svolto. La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.
Non conosciamo l’esatta provenienza del reperto e probabilmente non la conosceremo mai; faremo ulteriori studi e analisi archeometriche per accertarne l’autenticità, per ricostruire la sua storia fin dove possibile. Lo studio, la conoscenza e la fruizione pubblica del patrimonio sono i fiori di loto che crescono sul fango dei trafugamenti mossi dalla brama del possesso e dell’egoismo di chi sottrae reperti archeologici alla comunità.”
Il ritorno di questo mosaico non è solo il recupero di un oggetto, ma la riaffermazione del valore inestimabile del patrimonio culturale e della sua appartenenza alla collettività.
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2025 - 18:05