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Pompei, al via la sfida per la nuova “Buffer Zone” Unesco

Questa mattina il Parco archeologico di Pompei ha ospitato un incontro cruciale per il futuro del territorio vesuviano.
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La notizia in breve

  • I sindaci degli undici comuni della nuova Buffer Zone hanno discusso strategie per valorizzare il patrimonio archeologico e culturale dell'area.
  • La sfida principale è migliorare i trasporti per garantire accesso democratico ai siti, trasformando la Buffer Zone in un volano di sviluppo socio-economico.

Riuniti attorno a un tavolo, i sindaci degli undici comuni che rientrano nella nuova Buffer Zone del sito Unesco “Pompei, Ercolano e Torre Annunziata-Oplonti” hanno discusso strategie condivise per valorizzare l’immenso patrimonio archeologico e paesaggistico dell’area.

L’incontro, organizzato dall’Unità Grande Pompei guidata dal generale Giovanni Capasso, ha visto la partecipazione dei massimi rappresentanti delle istituzioni culturali campane: dal direttore di Pompei Gabriel Zuchtriegel a Francesco Sirano, neo-nominato alla guida del MANN, passando per Mariano Nuzzo, soprintendente dell’Area metropolitana di Napoli. Presente anche il Parco Nazionale del Vesuvio con il presidente Raffaele De Luca.

Una visione comune per undici comuni

La nuova Buffer Zone, approvata dall’Unesco nel 2024 dopo un lungo iter, non è solo un vincolo ma un’opportunità. Si tratta di un’area cuscinetto che, attraverso relazioni visive e storiche, collega i siti archeologici al paesaggio circostante, ampliando la fruizione turistica e culturale. I comuni coinvolti – Pompei, Torre Annunziata, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Scafati, Castellammare di Stabia, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno – dovranno ora lavorare in sinergia per sviluppare progetti condivisi.

Trasporti e “Pompei diffusa”: la sfida più urgente

Tra i nodi emersi, spicca la questione dei trasporti. “Non possiamo parlare di valorizzazione se non miglioriamo la mobilità”, ha sottolineato Zuchtriegel. Con Pompei che ha ormai raggiunto il tetto di 20mila visitatori al giorno per ragioni di sicurezza, gli altri siti – dalle ville romane di Oplonti a quelle di Boscoreale – rappresentano un potenziale ancora inespresso. Ma per sfruttarlo, serve una rete ferroviaria efficiente che colleghi Napoli a Salerno, superando l’attuale frammentazione.

“Vogliamo un trasporto pubblico democratico, non treni turistici spot che creano disparità”, ha aggiunto il direttore. “La bellezza di questo territorio deve essere accessibile a tutti, non confinata in percorsi privilegiati”. Un concetto ribadito anche dal generale Capasso, che ha sollecitato una strategia unitaria per lo sviluppo sostenibile dell’intera area, in linea con gli obiettivi del Piano Strategico varato nel 2013.

Prospettive future: più coesione, meno frammentazione

L’appuntamento di oggi segna un primo passo verso una governance più coordinata. L’auspicio è che i comuni, insieme alle istituzioni culturali, sappiano tradurre in azioni concrete le riflessioni emerse, puntando su una comunicazione condivisa e su progetti di sviluppo territoriale che coinvolgano l’intera Buffer Zone.

“La sfida – ha chiosato Capasso – è far sì che questa zona non sia solo un’etichetta Unesco, ma un volano per la crescita socio-economica di tutto il territorio”. Ora tocca alle amministrazioni locali raccogliere il testimone.


Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 23 Luglio 2025 - 19:30


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