Roma – Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani coinvolti nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega avvenuto a Roma nel 2019, ha ottenuto una riduzione di pena nel terzo grado di appello.
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La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha infatti stabilito una condanna a 10 anni, 11 mesi e 25 giorni, 5 mesi in meno rispetto agli 11 anni e 4 mesi inflitti nel precedente processo.
Il ruolo di Hjorth e la decisione della Cassazione
Hjorth, 24 anni, è accusato di concorso anomalo in omicidio. Attualmente si trova agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a casa della nonna a Fregene. La Cassazione, pur confermando la sua responsabilità penale, aveva ordinato un nuovo processo solo per ricalcolare la pena, ritenendo eccessiva quella precedente.
Il procuratore generale lo ha definito il “protagonista criminale” della vicenda, ricordando il suo ruolo attivo nella ricerca della droga, nel tentativo di estorsione e nella consapevolezza del coltello usato per uccidere Cerciello.
La condanna definitiva per il complice Lee
Diverso il destino del complice Elder Finnegan Lee, la cui condanna a 15 anni e 2 mesi per omicidio è ormai definitiva. Lee, che materialmente colpì il vicebrigadiere, non ha ottenuto sconti.
La reazione della famiglia Cerciello
I legali della famiglia Cerciello, pur riconoscendo la conferma delle aggravanti, hanno espresso insoddisfazione per la riduzione di pena, giudicandola “troppo lieve” rispetto alla gravità del fatto. «All’inizio era stato chiesto l’ergastolo – hanno ricordato – e oggi ci ritroviamo con una condanna che non riflette la gravità di quanto accaduto».
Un caso che ha segnato l’Italia
L’omicidio di Cerciello, aggredito a pugnalate mentre indagava su un tentativo di estorsione legato a una compravendita di droga, aveva scosso l’opinione pubblica, trasformando il vicebrigadiere in un simbolo della lotta alla criminalità.
Ora, a quasi 6 anni dai fatti, la vicenda giudiziaria volge al termine, ma per la famiglia Cerciello la ricerca di giustizia piena non si ferma qui. «Mario meritava di più», hanno concluso i legali.
Prossimi passi: Hjorth potrebbe presentare ricorso in Cassazione, ma con la terza riduzione di pena, le opzioni si stanno esaurendo. Intanto, la sua detenzione prosegue tra le mura domestiche, mentre Lee sconta la sua condanna in carcere.
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2025 - 17:50