Ladro arrestato in un deposito a Napoli
Napoli – Sei persone, tra proprietari e gestori del ristorante “Da Corrado”, sono state iscritte nel registro degli indagati per la tragica esplosione avvenuta lo scorso 25 giugno in via Peppino De Filippo, nei pressi di via Foria.
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La deflagrazione, probabilmente causata da una fuga di gas, ha provocato il parziale crollo di un edificio, la morte di un dipendente e il ferimento di altre due persone.
La vittima, Giovanni Scala, 57 anni, si trovava all’interno del deposito dell’attività commerciale, che secondo gli accertamenti condotti dalla Procura veniva utilizzato anche come laboratorio di cucina.
Scala quel giorno non avrebbe dovuto lavorare, ma aveva accettato di coprire il turno di alcuni colleghi: un gesto di disponibilità che gli è costato la vita. Il suo corpo è rimasto sotto le macerie per oltre tre ore, fino all’arrivo dei soccorritori che però non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
È attesa nelle prossime ore l’autopsia sul corpo, dopo la quale potrà essere rilasciato il nulla osta per i funerali. Autopsia alla quale potranno partecipare anche i consulenti degli indagati.
L’inchiesta è coordinata dal pm Federica D’Amodio, in forza al pool della Procura di Napoli guidato dall’aggiunto Antonio Ricci. Le accuse ipotizzate al momento comprendono violazioni alle norme di sicurezza sul lavoro, uso improprio del locale e responsabilità nel crollo strutturale.
In particolare, si indaga sul perché vi fosse una condotta di gas attiva in un locale registrato solo come deposito, come già sottolineato dal sindaco Gaetano Manfredi, che ha chiesto “chiarimenti urgenti” sulla destinazione d’uso e sulle autorizzazioni rilasciate.
L’esplosione ha avuto un impatto devastante anche sugli edifici circostanti. Ventidue famiglie sono state sgomberate in via precauzionale dagli stabili tra via Foria e via De Filippo, dichiarati momentaneamente inagibili. Il Comune ha già notificato 14 diffide a non accedere ai palazzi coinvolti e ha emesso ordinanze urgenti per la messa in sicurezza delle strutture danneggiate.
Il dramma di via Peppino De Filippo ha riportato con forza al centro del dibattito pubblico le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e l’uso improprio di locali commerciali. La morte di Giovanni Scala — lavoratore stimato e descritto da amici e colleghi come “persona perbene e instancabile” — rappresenta l’ennesima ferita per una città che continua a fare i conti con un’edilizia fragile e troppe falle nei controlli.
L’indagine della magistratura è appena iniziata, ma si preannuncia complessa: al vaglio ci sono anche le licenze, i contratti d’affitto e la destinazione d’uso dei locali coinvolti, con il rischio che possano emergere altre irregolarità oltre a quelle già accertate. Intanto, una famiglia piange una vittima che quel giorno era andata al lavoro solo per dare una mano.
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