Arrestata coppia per minacce e estorsione a Napoli
Napoli– Cinque anni di paura, sopraffazione e silenzi. Un incubo vissuto da un uomo che, dopo essere stato vittima di continue richieste di denaro, minacce e pressioni psicologiche, ha trovato la forza di ribellarsi e denunciare i suoi aguzzini.
La sua testimonianza ha dato il via a un’importante operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Poggioreale, che ha portato all’arresto di una coppia e alla denuncia di una terza persona a San Giovanni a Teduccio.
Tutto è cominciato nella notte, quando la vittima, in evidente stato di agitazione, ha chiamato il 112 chiedendo aiuto. Al telefono, dall’ambiente di lavoro in cui si trovava, ha raccontato ai militari una storia di sopraffazione durata anni: un vero e proprio assedio fatto di richieste estorsive, intimidazioni e sottrazione sistematica di beni personali.
L’uomo, stremato, ha infine deciso di rompere il silenzio. E la sua denuncia ha trovato immediato riscontro nell’attività investigativa dei Carabinieri, che hanno ricostruito tassello dopo tassello un quadro inquietante.
I militari sono riusciti a cogliere in flagranza un 46enne e una 42enne, entrambi con precedenti penali, mentre si trovavano a bordo di un’automobile sottratta alla vittima, verosimilmente come forma di pagamento forzato. Con loro anche una 28enne, anche lei con precedenti, trovata in possesso di una somma di denaro ritenuta provento dell’estorsione. Per lei è scattata la denuncia.
Ma l’operazione ha riservato altre sorprese. Le successive perquisizioni domiciliari hanno portato alla luce carte di credito, documenti e persino un immobile formalmente intestato alla vittima, ma ormai di fatto nelle mani degli indagati. Segni concreti di un disegno criminale metodico, portato avanti con una violenza psicologica continua e subdola, che aveva progressivamente annullato la volontà della vittima.
Secondo gli investigatori, si tratta di una vicenda che presenta elementi compatibili anche con reati di usura e circonvenzione, e che lascia intravedere la possibile esistenza di una rete più ampia. Le indagini proseguono infatti per accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti e per fare piena luce su ogni aspetto della vicenda.
I due arrestati sono stati trasferiti in carcere, mentre per la vittima – che per anni ha vissuto nel silenzio e nella paura – si apre ora uno spiraglio di giustizia. Un gesto di coraggio che spezza una lunga catena di soprusi e rilancia l’importanza della denuncia come primo strumento di difesa contro ogni forma di sopraffazione criminale.
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