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Morte di Dj Godzi, un testimone accusa: “Ho visto gli agenti colpirlo mentre era ammanettato”

Morte di Michele Noschese a Ibiza, la fam,iglia: “Autopsia incompleta, vogliamo la verità”.
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La notizia in breve

  • Michele Noschese, dj di 35 anni, è morto a Ibiza durante un intervento della Guardia Civil; la famiglia chiede giustizia e una nuova autopsia.
  • La testimonianza di un amico contraddice la versione ufficiale, accusando gli agenti di violenza; il caso sta creando tensioni diplomatiche tra Italia e Spagna.

Napoli– Si infittisce il mistero attorno alla morte di Michele Noschese, il dj napoletano di 35 anni deceduto a Ibiza sabato scorso in circostanze ancora poco chiare, durante un intervento della Guardia Civil spagnola.

Una vicenda che, giorno dopo giorno, sta assumendo i contorni di un vero caso diplomatico tra Italia e Spagna, con accuse incrociate, testimonianze inedite e una famiglia che chiede giustizia.

Autopsia contestata: “Esame frettoloso e senza garanzie”

L’autopsia eseguita in Spagna non ha contribuito a fare chiarezza. Secondo la famiglia Noschese, l’esame sarebbe stato condotto in maniera superficiale e senza la presenza di un consulente di parte, come ha denunciato il padre della vittima, Pino Noschese, medico di lungo corso e già responsabile del Trauma Center del Cardarelli di Napoli.

Anche l’avvocata Rosanna Alvaro, legale della famiglia sull’isola, ha espresso forti riserve: “L’autopsia è da ritenersi incompleta. Chiederemo nuovi accertamenti, come TAC e risonanze magnetiche, per individuare eventuali lesioni interne che potrebbero essere sfuggite a un esame condotto ‘a caldo’”.

Il padre del dj ha anche sporto denuncia presso le autorità spagnole, ipotizzando il reato di omicidio volontario a carico degli agenti intervenuti quella mattina.

Il racconto del testimone: “Michele era ammanettato, lo colpivano al volto”

A rimettere tutto in discussione è la testimonianza di Raffaele Rocco, coinquilino e amico stretto del dj, presente in casa al momento dell’intervento delle forze dell’ordine. Rocco racconta al Mattino di aver assistito alla scena: “Gli hanno messo le manette non solo alle mani, ma anche ai piedi.

Non avevo mai visto nulla del genere. Poi hanno iniziato a colpirlo con pugni al volto e sulla schiena. Io ero sulla porta e sentivo le sue urla: ‘Lasciatemi stare, lasciatemi stare’. Era terrorizzato”.

Secondo Rocco, quella mattina non c’era alcuna festa in casa, né comportamenti violenti da parte di Michele. A scatenare l’intervento dei vicini sarebbe stato lo stato confusionale del dj, notato anche da una coinquilina argentina.

Tra le persone accorse, anche l’anziano vicino di casa che, secondo la ricostruzione della Guardia Civil, sarebbe stato minacciato con un coltello dal 35enne. Ma Rocco smentisce: “L’anziano ha solo cercato di calmarlo, è caduto da solo. L’ho aiutato io a rialzarsi. Michele non lo ha mai aggredito”.

La versione della Guardia Civil e le contraddizioni

La Guardia Civil, dal canto suo, sostiene una versione completamente diversa: gli agenti sarebbero intervenuti per fermare Michele che, in preda a un raptus psicotico, avrebbe scavalcato il balcone dell’anziano, armato di coltello. Secondo gli agenti, non ci sarebbe stata alcuna violenza da parte loro, ma solo un’azione di immobilizzazione. Poco dopo, il giovane avrebbe avuto una crisi convulsiva e sarebbe deceduto nonostante i tentativi di rianimazione.

A confermare in parte questa dinamica è la figlia dell’81enne coinvolto, che in un’intervista al Periodico de Ibiza ha parlato di “buoni rapporti” tra suo padre e Michele. Ma ha anche dichiarato che l’anziano “ha riportato contusioni e un trauma” e che “non ricorda nemmeno se il dj avesse un coltello”.

Un caso diplomatico sempre più teso

Il caso Noschese è destinato a suscitare ulteriori tensioni tra Roma e Madrid. La Farnesina ha già attivato i propri canali diplomatici, mentre crescono le richieste di trasparenza e cooperazione internazionale per fare piena luce sull’accaduto.

La famiglia, assistita anche da legali italiani, chiede ora che venga disposta una seconda autopsia in Italia, dopo il rientro della salma. “Non possiamo accettare il silenzio e le omissioni”, ha detto il padre. “Mio figlio era agitato, ma non violento. Non si muore così in una democrazia europea”.

Nel frattempo, migliaia di messaggi di cordoglio continuano ad arrivare da Napoli, dal mondo della musica elettronica e da amici e colleghi del dj, noto nell’ambiente con il nome d’arte DJ Godzi.


Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 23 Luglio 2025 - 18:29


1 commento

  1. La morte di Michele Noschese è un caso molto complesso e le diverse versioni rendono tutto piu difficile da comprendere. Credo che sia importante avere chiarezza su cosa sia successo, specialmente per la famiglia che cerca giustizia.

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