New York – La FIFA prova a rispondere alle crescenti proteste sui ritmi insostenibili imposti ai calciatori, ma lo fa senza sedere al tavolo uno degli attori principali: il sindacato mondiale dei giocatori.
In un incontro chiave tenuto ieri a margine della finale del Mondiale per Club, il presidente Gianni Infantino ha riunito i vertici del calcio globale per discutere del carico di partite e della salute degli atleti.
Tra le proposte avanzate, spiccano due punti: almeno 72 ore di riposo tra un match e l’altro e un periodo di stop minimo di 21 giorni a fine stagione.
Ma c’è un problema: la Fifpro, l’organizzazione che rappresenta i calciatori a livello internazionale, non è stata invitata. E proprio il sindacato, da mesi in allarme per il calendario sempre più congestionato, aveva chiesto almeno quattro settimane di pausa dopo ogni campionato.
Il nodo del calendario e le proteste dei giocatori
Secondo la BBC, che ha ottenuto informazioni riservate sull’incontro, la FIFA avrebbe definito i colloqui come “produttivi”, con un “consenso generale” sulle nuove linee guida per il recupero fisico. Tuttavia, non è chiaro quanto queste raccomandazioni saranno vincolanti per federazioni e club.
Intanto, la Fifpro ha già fatto sapere di essere contraria all’accordo raggiunto senza il suo contributo. Già nei giorni scorsi, il sindacato aveva lanciato l’allarme sulle condizioni estreme del Mondiale per Club in Arabia Saudita, chiedendo alla FIFA maggiore flessibilità negli orari e nei protocolli per proteggere i giocatori dal caldo torrido.
FIFA: “Priorità alla salute”
In una nota, la FIFA ha affermato che nell’incontro di New York si è discusso di “questioni critiche relative al calendario e al benessere dei calciatori”, sottolineando il coinvolgimento di “diversi rappresentanti sindacali”. Peccato che il più importante, quello mondiale, sia rimasto fuori dalla porta.
Ora la palla passa ai club e alle federazioni: accetteranno di ridurre gli impegni per garantire più riposo agli atleti? O il business del calcio continuerà a schiacciare chi, in campo, rischia sempre di più la propria salute?
Articolo pubblicato il giorno 13 Luglio 2025 - 22:05