MILANO – Sessanta tifosi dell’Inter si ritrovano improvvisamente fuori dallo stadio, senza alcuna colpa ufficiale né spiegazioni chiare. Tutti titolari della tessera del tifoso e abbonati nella passata stagione, si sono visti negare il diritto di prelazione per la sottoscrizione dell’abbonamento 2025-2026, scoprendosi — senza preavviso — “non graditi” alla società.
A rappresentarli gli avvocati Mirko Perlino e Mario Bobbio, che hanno inviato una diffida formale all’Inter chiedendo chiarimenti urgenti su quella che definiscono “una grave lesione dei diritti dei consumatori e dei sostenitori sportivi”. I legali denunciano l’assenza di comunicazioni ufficiali e contestano la presunta motivazione legata a errori nella compilazione dei dati: per alcuni di questi tifosi, la società avrebbe semplicemente dichiarato che rientrano tra i soggetti “non graditi”, una classificazione informale riconducibile — forse — agli strascichi dell’inchiesta sulle curve, nonostante nessuno degli esclusi sia attualmente sottoposto a Daspo.
“È una misura sproporzionata e inaccettabile — sostengono i legali — che limita la libertà personale e la possibilità di partecipare a eventi pubblici”. La richiesta è chiara: fornire, come previsto dallo stesso codice interno dell’Inter, le motivazioni ufficiali per l’esclusione e garantire il diritto a una replica scritta da parte dei tifosi. Nel frattempo, la società nerazzurra ha 48 ore per rispondere in modo esaustivo. In caso contrario, gli avvocati sono pronti a portare la vicenda in tribunale, sia in sede civile che penale, e a segnalare il caso alle Autorità garanti.
Articolo pubblicato il giorno 14 Luglio 2025 - 19:06