La Reggia di Caserta ha vissuto mesi di sofferenza silenziosa. Mentre il Parco Reale ingiallivano sotto il sole e le fontane restavano quasi mute, l’acqua dell’antico Acquedotto Carolino — capolavoro d’ingegneria borbonica e fonte vitale del patrimonio verde — veniva sottratta illegalmente. Oggi quel silenzio si interrompe con un arresto: i carabinieri hanno fermato un imprenditore agricolo 58enne, accusato di aver prelevato illecitamente l’acqua destinata al monumento, patrimonio Unesco.
“Ringrazio i carabinieri di Caserta e il nucleo Forestale per aver accolto il nostro grido d’allarme”, ha dichiarato il direttore della Reggia, Tiziana Maffei. Un grido che per mesi era rimasto riservato, in accordo con le forze dell’ordine, per non intralciare le indagini. “Abbiamo vissuto settimane complesse, confrontandoci con istituzioni e autorità ambientali per capire l’entità del danno”.
Le conseguenze sono state evidenti a ogni visitatore: niente irrigazione nei prati alti, risorse idriche concentrate solo su alberi e fioriture più fragili, mentre le celebri praterie ingiallivano in attesa della pioggia. Solo il Gran Parterre, con un sistema autonomo, ha resistito all’arsura.
Ma ora si guarda avanti. Con i fondi del PNRR sono in arrivo due interventi senza precedenti: uno per il recupero delle sorgenti del Fizzo e dell’Acquedotto Carolino, l’altro per creare un impianto moderno e sostenibile che eviti nuovi sprechi e garantisca l’irrigazione del complesso.
Articolo pubblicato il giorno 10 Luglio 2025 - 18:03