NAPOLI – Non accettano l’archiviazione, non vogliono che la morte dei loro cari finisca tra le righe di un fascicolo chiuso troppo in fretta. È durissimo il contenuto dell’atto di opposizione presentato dagli avvocati delle famiglie delle vittime della frana di Casamicciola, a Ischia, che il 26 novembre 2022 travolse case e persone, uccidendo dodici persone, tra cui un neonato.
Secondo i legali, ci sarebbero stati segnali chiari, documenti ufficiali e uno studio del 2019 – mai preso in considerazione dagli inquirenti – che individuava proprio nella zona colpita un corpo franoso attivo, con superamento delle soglie di pericolosità.Potrebbe interessarti
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La Procura di Napoli, nella richiesta di archiviazione di 56 pagine, aveva invece definito la frana come un evento eccezionale e rapidissimo, avvenuto in un’area che mai prima era stata teatro di disastri simili. Un’ipotesi che ora viene messa in discussione dalla controinchiesta condotta dagli avvocati Massimo Stilla, Gianluca e Aniello Palomba, Raffaele e Giovanni Di Meglio, in rappresentanza delle famiglie Castagna, Mazzella, Scotto Di Minico e Monti.
Secondo la loro ricostruzione, il disastro del 2022 non sarebbe stato solo una tragica fatalità, ma il risultato di omissioni gravi, a più livelli. Lo studio di microzonazione sismica, sostengono, doveva essere usato come strumento normativo per la pianificazione della messa in sicurezza del territorio. Invece, fu ignorato. Ora si chiede un nuovo ciclo di indagini, che tenga conto proprio di quei dati tecnici mai acquisiti e mai valutati nella prima fase dell’inchiesta. Le famiglie non si rassegnano: “Chi aveva il dovere di intervenire, sapeva. E non ha fatto abbastanza”.
Commenti (1)
E’ importante che le famiglie delle vittime possano avere giustizia. La situazione è complicata e ci sono molti elementi che devono essere considerati. Speriamo che le indagini vengano approfondite e non chiuse senza un motivo valido.